LE PAROLE DI MAGGI
Giovanni Maggi è stato rieletto fino al 2027 Presidente di Assofondipensione, associazione che riunisce 32 fondi pensione con un patrimonio complessivo pari a 67 miliardi di euro. Come riporta focusrisparmio.com, Maggi ha detto che “in un’Italia in declino demografico, con i dati choc dell’Istat che prefigurano tra pochi anni il pericolo di un’emergenza sociale e previdenziale, occorre allargare la platea di lavoratori con accesso alla previdenza complementare affinché sia un’opportunità per il futuro di tutti”. Dal suo punto di vista occorre accelerare sul rafforzamento del secondo pilastro e “riaprire un confronto tra istituzioni e fondi pensione” per affrontare le criticità del settore. inoltre, nel confronto non potrà poi mancare il tema di un sistema impositivo agevolato ed equo sull’esenzione fiscale dei rendimenti prodotti da investimenti alternativi.
NOVITÀ SULLE PENSIONI A MARZO E APRILE: COSA CAMBIA
Da marzo ad aprile alcuni importi delle pensioni potrebbero essere modificati con cifre non sempre più alte: in attesa infatti di una riforma pensioni a tutto tondo che possa modificare in pianta stabile l’importo mensile, le novità che emergono dalla rivalutazione mista al peso dell’inflazione sono diverse. Nel mese di marzo, informa l’INPS, nei comuni in cui è aumentata l’addizionale comunale inizierà ad essere applicato l’acconto sull’Irpef cittadino, facendo così scendere gli importi pensionistici.
Tra le grandi città ad aver aumentato l’addizionale comunale ci sono Napoli e Palermo, sottolinea il focus di SkyTG24, con un calo che parzialmente arriva a compensare gli aumenti di gennaio frutto della rivalutazione delle pensioni: ad aprile invece scattano le nuove aliquote Irpef (per i dipendenti già applicate da gennaio). Questo significa che che fino a 28mila euro di reddito si pagherà il 23% di tassa: rimangono invece per il momento fermi gli altri due scaglioni, ovvero del 35% e quello del 43%. «Il beneficio massimo di questa operazione sarà di 260 euro l’anno. Da aprile i pensionati riceveranno il conguaglio dei mesi precedenti: quindi arriveranno i soldi di gennaio, febbraio e marzo nel cedolino. Un bonus da oltre 60 euro», certifica il tg di Sky. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI DI SILVERIO
Come noto, è passato l’emendamento al Decreto Milleproroghe che consente ai medici di poter andare in pensione a 72 anni su base volontaria. Pierino Di Silverio, Segretario del sindacato di categoria Anaao-Assomed, interpellato da fanpage.it spiega che “forse c’era una volontà politica più forte. Evidentemente siamo rimasti da soli a combattere questa norma”. Dal suo punto di vista, “sarebbe stato molto meglio che questa norma non passasse proprio, ma se non altro la maggioranza ha accolto le nostre richieste di modifica. Ad esempio, se resti perdi l’incarico e non ne puoi avere altri”. Inoltre, “la norma ha un limite temporale fino alla fine del 2025. Tutto sommato, poteva andare peggio. Perlomeno ci sono dei paletti”. Di Silverio evidenzia anche che la norma non potrà aiutare a fronteggiare la carenza di personale sanitario, perché “si rivolge a una platea di poco più di mille persone, che non potranno realisticamente dare il contributo di un quarantenne. Non migliorerà assolutamente la carenza, tantomeno la risolverà. Come abbiamo sempre detto”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DIDONÈ
Secondo Emilio Didonè, “è intollerabile che molti dipendenti pubblici stiano lamentando il mancato pagamento delle prestazioni relative alla liquidazione dei trattamenti di fine servizio che, secondo la normativa, l’Inps dovrebbe liquidare dopo i 12 o 24 mesi dalla cessazione dal servizio per raggiunti limiti di età o per dimissioni e licenziamento”. Il Segretario generale della Fnp-Cisl evidenzia che il suo sindacato, “oltre a sottolineare i ritardi che a volte possono arrivare anche fino a sette anni, denuncia la palese ingiustizia per i pensionati pubblici che non sono cittadini di serie B e devono pertanto avere gli stessi diritti dei privati. Tutto ciò considerando il ruolo importante che i pensionati hanno all’interno delle proprie famiglie”.
LA DECISIONE DELLA FNP-CISL
Infatti, “rappresentano il vero ammortizzatore sociale in grado di sostenere figli e nipoti, in un contesto in cui lo Stato non riesce più a garantire un welfare all’altezza dei bisogni e delle necessità”. Didonè aggiunge che “è per questa serie di motivi e al fine di sollecitare l’Inps al pagamento di quanto dovuto che la Fnp-Cisl ha deciso di stare al fianco dei pensionati predisponendo una specifica diffida a disposizione nelle nostre sedi dislocate in tutta Italia, da inoltrare alla sede Inps territorialmente competente”. Si tratterà poi di vedere concretamente quali effetti produrrà l’iniziativa e se arriverà in tempi brevi un provvedimento del legislatore per cercare di accorciare sempre più i tempi di erogazione del Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici.
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