LA SPINTA ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Secondo quanto riporta Adnkronos, “nei prossimi giorni sul tavolo del Governo arriverà una proposta di revisione che spingerà gli addetti ai lavori a discutere sul possibile passaggio dall’attuale tassazione dei rendimenti dei fondi pensioni a un modello alternativo basato sull’esenzione parziale o totale. Se confermata, la proposta potrebbe dare un nuovo slancio al settore della previdenza complementare, che per i rendimenti dei fondi pensione può beneficiare già di una tassazione del 20%, molto più bassa rispetto ad altri strumenti finanziari (26%). L’esenzione, inoltre, potrebbe contribuire a colmare le criticità di un sistema pensionistico incerto, su cui pesa il crescente divario tra stipendio e pensione e l’insostenibilità di un sistema che subisce gli effetti dell’invecchiamento della popolazione”. Intanto, come riporta redhotcyber.com, un attacco hacker al fondo pensioni dei dipendenti pubblici sudafricani ha portato all’interruzione del pagamento delle pensioni.
LA COMUNICAZIONE INPS SUGLI AVVISI BONARI PER LE PENSIONI DEI COMMERCIANTI
Nell’avviso INPS n. 1024/2024 pubblicato lo scorso 11 marzo l’Istituto comunica ad artigiani e commercianti importanti novità circa le pensioni specifiche: in attesa di una riforma ad hoc prevista ormai per i prossimi mesi (se non anni), l’INPS comunica l’arrivo degli avvisi bonari riguardo la rata contribuzione fissa con scadenza novembre 2023 per tutti i lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni degli Artigiani e dei Commercianti. Come spiega lo stesso messaggio, gli avvisi bonari sono a disposizione nel Cassetto previdenziale Artigiani e Commercianti sul portale INPS.
Qualora però l’interessato avesse già effettuato il pagamento, è possibile comunicarlo all’apposito percorso sempre sul portale, come da info su “Pensioni Oggi”: «Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti” > Sezione “Comunicazione bidirezionale” > “Comunicazioni” > “Invio quietanza di versamento”». In caso di mancato pagamento, l’importo dovuto a livello previdenziale verrà richiesto tramite avviso di addebito con valore di titolo esecutivo. (agg. di Niccolò Magnani)
I DATI CER E CONFESERCENTI
Da un’elaborazione di Cer e Ufficio economico Confesercenti su base Istat, emerge che il Piemonte è stata fra le regioni in cui il calo dei redditi tra il 2019 e il 2023 si è fatto maggiormente sentire. Come riporta la Confesercenti di Torino, infatti, “l’inflazione ha riportato i redditi dei piemontesi – in termini reali – al di sotto dei livelli prepandemici: nel 2019 il reddito medio fu di 39.094 euro, lo scorso anno è stato di 37.293 euro; dunque, in media, una perdita di 1.801 euro, pari al 4,6%. Particolarmente in sofferenza i redditi da trasferimenti pubblici, che includono pensioni, indennità e altri sussidi: in questo caso, a pesare è l’adeguamento solo parziale delle pensioni al caro-vita e il progressivo esaurimento del reddito di cittadinanza. Il dato nazionale indica un calo decisamente più contenuto, che si attesta sui 254 euro (-0,7%); e vi sono diverse regioni che, pur in presenza di alta inflazione, vantano risultati positivi, come le vicine Valle d’Aosta (+7,4) e Lombardia (+4,5%), ma anche il Veneto e il Friuli al Nord e la Puglia, la Basilicata e la Sicilia al Sud”.
IL BANDO INPS
Si è parlato spesso, dopo la pandemia, dei tempi lunghi e delle difficoltà a stare dietro alle tante domande presentate da parte dell’inps soprattutto per quel che riguarda le pensioni di invalidità o inabilità che richiedono il pronunciamento di una commissione medica. Per questo l’Inps sta procedendo a un potenziamento dell’organico dei medici e, come ricorda ilvescovado.it, fino alle 14:00 del 27 marzo è aperto un bando pubblico “per il reperimento di un contingente di 129 medici, specialisti in specifiche branche di interesse istituzionale, cui conferire incarichi individuali, con contratto di lavoro autonomo, finalizzati ad assicurare il presidio delle funzioni delle ex Commissioni Mediche di Verifica del Mef”. La domanda può essere presentata solo in via telematica tramite l’utilizzo di Spid, Cns o Cie compilando un apposito modulo. C’è da sperare che il buon esito del bando possa essere d’aiuto per i cittadini.
RIFORMA PENSIONI, IL PROBLEMA DEL CONCORDATO PREVENTIVO
Come spiega Il Sole 24 Ore, “con il concordato preventivo biennale il professionista giocherà una doppia partita: la prima, quella con il Fisco, per valutare se aderire o no alla proposta di reddito e di tassazione formulata dall’Agenzia; e la seconda, ancora più incerta, con la propria Cassa di previdenza. Perché secondo il tenore letterale della norma sul concordato preventivo, in partenza quest’anno, anche l’importo dei contributi previdenziali potrebbe essere agganciato al reddito concordato. In altre parole, una volta accettato il reddito proposto dal Fisco, anche i contributi previdenziali da versare alle Casse privatizzate sarebbero parametrati all’importo fissato per due anni. Con la conseguenza che in caso di maggiori (0, meno probabilmente, minori) incassi, il professionista potrebbe decidere di versare i contributi dovuti solo sul reddito concordato”.
IL RISCHIO PER I CONTI DELLE CASSE PRIVATIZZATE
Il che potrebbe essere un problema per la Casse privatizzate, “che fissano in autonomia l’importo dei contributi e devono garantire la sostenibilità dei conti fino a 50 anni”. Il quotidiano di Confindustria ricorda anche, in un altro articolo, che “si sta assistendo, in sede amministrativa e giudiziale, a un frequente contenzioso tra Inps e liberi professionisti che chiedono la ricongiunzione presso le proprie casse previdenziali di contributi versati alla Gestione separata Inps” ed esprime l’auspicio che il Legislatore intervenga per “porre fine a ogni dubbio, dando a tutti i professionisti che hanno versato contributi alla Gestione separata Inps la possibilità di chiedere la ricongiunzione del montante contributivo”.
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