I MEDICI CHE POSSONO ANDARE IN PENSIONE A 72 ANNI

L’emendamento al Decreto Milleproroghe sula pensionamento a 72 anni dei medici è stato approvato, e, secondo l’Anaao-Assomed, “i dirigenti medici e sanitari che potrebbero restare in servizio oltre i 68 anni compiuti sono 1.253. Tra questi i direttori di struttura complessa sono 340, ovvero il 27,1%, e i responsabili di struttura semplice 245, in tutto 585 camici bianchi, ovvero il 19,6%”. Complessivamente, “i medici over 68 rappresentano solo l’1,16% di tutti i medici del Ssn”. Come riporta Il Mattino, “sarebbero circa duecento, tra dirigenti medici e docenti universitari, secondo le prime stime delle organizzazioni di categoria, i professionisti in Campania che saranno interessati” dalla norma qualora approvata. Numeri che sembrano cozzare contro l’intenzione dei promotori dell’emendamento che sarebbe quella di “arginare il fenomeno della carenza di sanitari in corsia e fermarne l’esodo”.



LA CIRCOLARE SULLE DOMANDE DI RIFORMA PENSIONI NEL MONDO SCUOLA

Sul fronte scuola, oggi 14 febbraio 2024 è stata pubblicata la circolare condivida tra Inps e Ministero n.16553 per la riapertura delle domande per la riforma pensioni di Quota 103 e Opzione donna: lo riporta il portale Orizzonte Scuola mostrano i dettagli delle nuove scadenze per docenti e personale ATA, definite nell’ultima Manovra 2024. Le istanze Polis sono disponibili fino al 28 febbraio 2024 tanto per personale docente, quanto per ATA e dirigenti scolastici.



È stato previsto dalla circolare il posticipo del termine di scadenza del periodo di sperimentazione dell’APE sociale al 31 dicembre 2024, «con innalzamento dell’età anagrafica minima prevista a 63 anni e 5 mesi e sono state confermate le condizioni per l’accesso a tale beneficio nei confronti dei lavoratori dipendenti che si trovano nelle condizioni previste». Le donne lavoratrici che hanno presentato domanda di cessazione Polis per la riforma pensioni Opzione donna con esito positivo circa la verifica del diritto all’assegno, e che presenteranno la domanda per l’accesso all’APE sociale dovranno farlo entro e non oltre il 31 marzo 2024: «potranno comunicare tempestivamente alla competente struttura territoriale dell’INPS la rinuncia alla domanda di pensionamento opzione donna eventualmente già presentata», conclude la circolare Inps. (agg. di Niccolò Magnani)



L’EMENDAMENTO AL MILLEPROROGHE SUI MEDICI

Come spiega Il Mattino, è stato messo a punto l’emendamento al Decreto Milleproroghe che prevede il prolungamento in servizio dei medici fino a 72 anni, chiarendo che “le aziende del Ssn, fino al 31 dicembre 2025, “potranno mantenere in servizio, su istanza degli interessati, i dirigenti medici e sanitari e i docenti universitari che svolgono attività assistenziali ‘anche’ – e dunque non solo – per far fronte alle esigenze di formazione e tutoraggio del personale, oltre che per far fronte alle carenze di personale”. I medici potranno aderire su base volontaria, anche “coloro che sono stati collocati a riposo a decorrere dal 1° settembre 2023, nei limiti delle facoltà assunzionali vigenti. I dirigenti medici e sanitari dipendenti del Servizio sanitario nazionale e i docenti universitari che svolgono attività assistenziali in medicina e chirurgia, trattenuti in servizio ai sensi del presente comma, non possono mantenere o assumere incarichi dirigenziali apicali di struttura complessa o dipartimentale”.

L’INIZIATIVA DELLO SPI-CGIL

Come riporta la Cgil di Modena, anche nel 2024 sarà possibile seguire su TRC Modena la trasmissione Spi Mo’ realizzata dal Sindacato pensionati italiani della città emiliana “dedicata ai problemi e agli interessi delle persone anziane, ma non solo. Infatti, da quest’anno è prevista anche la rubrica Open Cgil con approfondimenti sulle tematiche sindacali più generali”. Tra i temi trattati c’è anche quello del controllo delle pensioni, utile per verificare se ci si possa trovare di fronte a dei diritti inespressi. Vi sono, infatti, maggiorazioni e integrazioni dell’assegno pensionistico che non vengono erogate in automatico, ma solo dietro esplicita domanda. Tuttavia, i pensionati potrebbero anche non essere al corrente di averne diritto. Per questo sindacati e patronati hanno da tempo dato vita a campagne di controlli e verifica degli importi della pensione in modo da aiutare i pensionati a poter percepire quanto correttamente gli spetta.

RIFORMA PENSIONI, LE ANALISI DELL’OCSE

In un articolo pubblicato su Sanità 24, inserto del Sole 24 Ore, viene ricordato che il Rapporto Ocse Pensions at a glance “segnala che l’aspettativa di vita e le politiche previdenziali dell’Italia, fanno sì che chi entra nel mercato del lavoro, oggi, dovrà attendere anni per poter accedere al trattamento pensionistico” e “se non ci saranno cambiamenti e modifiche radicali al sistema previdenziale del nostro Paese, i giovani si troveranno non solo a dover attendere un’età avanzata per il loro pensionamento ma anche, a causa dei bassi salari specie all’ingresso del mondo del lavoro e, spesso, per la discontinuità e precarietà dello stesso, trattamenti a limite della povertà”, anche perché “la spesa previdenziale resta troppo alta per la sostenibilità da parte dell’Inps sul lungo periodo”.

IL PESO DELL’INVERNO DEMOGRAFICO

Claudio Testuzza ricorda anche che “ad aggravare la salute del sistema Italia c’è ‘l’inverno demografico’ denunciato a più riprese dall’Istat e associato al fenomeno delle culle vuote (nel 2022 le nascite sono scese a 393 mila, -1,7% sull’anno precedente), e all’invecchiamento della popolazione. I 18-34enni sono poco più di 10 milioni, il 17,5% della popolazione, mentre nel 2003 superavano i 13 milioni. In vent’anni abbiamo perso quasi tre milioni di giovani. Andrà peggio sul lungo periodo. Nel 2050 saranno poco più di 8 milioni, appena il 15,2% del totale. Lo scenario che si prospetta è quindi un mercato del lavoro senza lavoratori. In pochi a reggere la piramide rovesciata delle pensioni. Ecco perché – come segnalato dall’Ocse – sarà necessario adottare interventi drastici per la salvaguardia del sistema previdenziale nel suo complesso”.

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