RIFORMA PENSIONI ED ELEZIONI EUROPEE

Si avvicinano le elezioni europee e c’è da chiedersi se quello pensionistico non possa essere un tema da affrontare a livello comunitario. Al momento si è provato a farlo sul fronte delle previdenza complementare, creando i Pepp, i fondi pensioni europei studiati in particolare per quanto si trovano per la loro attività a lavorare in diversi Paesi dell’Unione, in modo da non dover aprire una nuova singola posizione in ogni Paese, ma ora arriva anche la sollecitazione, da parte della Fnp-Cisl, di fare in modo che ci sia una politica europea per l’invecchiamento attivo, vista anche la crescente importanza della silver economy. Certamente una politica comune su questo fronte potrebbe anche essere utile nel momento in cui aumenta l’eta pensionabile.



IL TEMA DIFFICILE DA AFFRONTARE A LIVELLO COMUNITARIO

Più difficile pensare, invece, a una politica comune per quel che riguarda le pensioni pubbliche. I singoli Stati, infatti, hanno nel tempo adottato sistemi e regole diverse tra loro e provare a riunirli sotto un unico cappello comunitario appare decisamente complicato, anche perché si dovrebbe anche poi pensare di creare un unico bilancio relativo alle entrate e alle uscite previdenziali, cosa davvero molto complicata da fare se pensiamo che in Italia non c’è ancora chiarezza sulla fattibilità della separazione tra spesa previdenziale e assistenziale, precondizione irrinunciabile per pensare di poter mettere in comune entrate e uscite strettamente pensionistiche. Dunque, le elezioni europee potrebbero semmai avere come risultato quello di irrigidire o ammorbidire la posizione della Commissione europea riguardo la spesa pensionistica di singoli Paesi membri.



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