LE PAROLE DI GIACHETTI

Antonella Giachetti, Presidente di Aidda, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda, evidenzia che “le donne italiane sono quotidianamente poste davanti a un bivio odioso: scegliere tra famiglia e lavoro. È un’esperienza lacerante che moltissime di noi hanno fatto e purtroppo stanno ancora facendo. Ora c’è anche uno studio Inps che lo conferma e aggiunge che il pay gap non si limita ai salari, ma pesa anche sulle pensioni: nel 2022 sono stati erogati 322 miliardi di euro in trattamenti pensionistici, di cui 141 sono stati destinati alle donne e 180 agli uomini. Il pension gap, insomma, ammonta a 40 miliardi”. Come riporta La Nazione, Giachetti parteciperà l’8 marzo al “Festival del management. Management e cultura d’impresa al servizio della società” organizzato dalla Società Italiana di Management, la comunità scientifica degli studiosi di management italiani, all’Università Bocconi di Milano nella sessione “Roundtable visionari d’ispirazione – Champions di management e cultura d’impresa al femminile, per una reale parità di genere”.



L’INTERVENTO DELLA CASSA DEI NOTAI SULL’EMERGENZA PENSIONI

Il prossimo 8 marzo a Roma presso il palazzo Wedekind è organizzata dalla Cassa del Notariato l’iniziativa legata all’inverno demografico e alla sostenibilità dei sistemi pensioni. Secondo l’ordine dei notai, l’emergenza previdenziale impone una ragionamento unitario sulla riforma pensioni da adottare, così come interventi continui per combattere la denatalità nel nostro Paese.



L’iniziativa della Cassa è denominato “Inverno demografico e sostenibilità dei sistemi pensionistici: l’importanza della cultura previdenziale” e punta a chiedere interventi attivi sul fronte previdenziale e di contrasto all’inverno della natalità: presenti all’evento presieduto da Vincenzo Pappa Monteforte (presidente della Cassa de notai) anche il commissario straordinario Inps Micaela Gelera, l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, il presidente dell’Adepp (Associazione degli Istituti previdenziali privati dei professionisti) Alberto Oliveti, presidente Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) Francesca Balzani, il deputato di FdI Andrea de Bertoldi e, con un videomessaggio, anche il presidente della Commissione parlamentare di controllo sugli Enti gestori di forme previdenziali, il deputato della Lega Alberto Bagnai. (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI TAJANI

Nel corso del comizio di Pescara del centrodestra in vista del voto delle regionali, Antonio Tajani, come riporta Adnkronos, ha detto: “Faremo di tutto perché le pensioni minime arrivino a mille euro al mese entro fine legislatura, così come Berlusconi aveva promesso”. Il segretario di Forza Italia torna così a ribadire un concetto cardine del programma del suo partito che era già stato segnalato poco prima dal portavoce azzurro Raffaele Nevi, in polemica con il Movimento 5 Stelle. Intanto forzeitaliane.it cerca di tranquillizzare gli appartenenti alle forze armate di polizia rispetto alle ipotesi di aumento dell’età pensionabile dal 2026, ricordando che in base al Decreto ministeriale del luglio scorso non ci saranno variazioni nei requisiti attuali rispetto all’aspettativa di vita e che dunque eventuali aggiornamenti ci saranno solo dal 2027. Ma non è nemmeno detto che si registrino variazioni. Al più potrebbero essere di 2 o 3 mesi.

LA MOSSA DEL GOVERNO TEDESCO SULLE PENSIONI

Come riporta euractiv.it, il Governo tedesco ha presentato martedì un piano “per mantenere stabile il livello delle pensioni pubbliche fino al 2040, collegando la ‘pensione standard’ al 48% dei salari attuali”. L’intento dell’Esecutivo di Berlino e creare “un nuovo fondo che investirà nei mercati globali dei capitali, finanziato da un debito pubblico aggiuntivo e dal trasferimento al nuovo fondo delle azioni che il Governo federale attualmente detiene in società private. Il fondo, che inizierà quest’anno con un primo versamento di 12 miliardi di euro dal bilancio federale, dovrebbe crescere fino a 200 miliardi di euro ‘entro la metà degli anni ’30’, ha dichiarato martedì ai giornalisti il ministro delle Finanze Christian Lindner”. Il Governo cerca quindi di evitare tagli alle pensioni e innalzamento dell’età pensionabile, ma c’è chi obietta che un minimo di importo pari al 48% dello stipendio sia un livello troppo basso.<

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI JESSOULA

In un articolo pubblicato su Affari & Finanza, inserto settimanale di Repubblica, viene spiegato che allungare l’età pensionabile “non aiuta la coesione sociale. Matteo Jessoula, ordinario di Scienza politica alla Statale di Milano e studioso di previdenza da venticinque anni, parla di ‘trilemma dell’adeguatezza’. Eccolo il trilemma: la prevenzione della povertà, il mantenimento di un livello adeguato di reddito per i pensionati, età pensionabili congrue e sostenibili. Nel cantiere perennemente aperto delle pensioni italiane, ostaggio di campagne elettorali e poi di prelievi di cassa quando non tornano i conti delle manovre, la sostenibilità sociale e politica non è mai al centro del dibattito”. Nell’articolo viene anche ricordato che “l’Italia spende molto in previdenza e assistenza, non sempre bene”.

LA DISUGUAGLIANZA TRA PENSIONATI

Infatti, “ai 400 mila pensionati sopra i 4.500 euro al mese vanno 34 miliardi, quasi quanto (36 miliardi) ai 5 milioni di pensionati sotto i mille euro. La torta enorme delle pensioni – 282 miliardi nel 2025, 356 miliardi nel 2070 – è distribuita in modo equo? L’ultima fascia più ricca prende 5,3 volte quella più povera, diseguaglianza tra le più alte d’Europa”. Jessoula evidenzia anche che il metodo contributivo garantisce un assegno più alto solo ai lavoratori “con carriere lunghe e ininterrotte, età pensionabile elevata, buone retribuzioni. Non per gli intermittenti. La penalizzazione può arrivare fino a 25 punti. E il tasso di sostituzione – la pensione rispetto all’ultimo reddito – può scendere attorno al 50%, ovvero la metà dello stipendio già basso”.

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