LE PAROLE DI SACCHETTI

Intervistata da collettiva.it, Tania Sacchetti, Segretaria generale dello Spi-Cgil, spiega che “sappiamo benissimo che il sistema contributivo è strettamente legato al mercato del lavoro, è in sostanza una fotografia che lo replica. È dunque evidente che se non correggiamo gli squilibri del sistema contributivo e del mercato del lavoro in futuro avremo pensionati poveri. Non si scappa. Vorrei sottolineare che è un tema che non riguarda solo i pensionati ma l’intera società del futuro”. Intanto, come riporta Il Sole 24 Ore, Larry Fink, Presidente di BlackRock, la società di gestione del risparmio più grande del mondo, evidenzia che “l’allungamento della vita è una bellissima cosa, ma va associata anche a un sistema pensionistico e di assistenza che sia in grado di mantenere negli anni persone che invecchiano”. Infine, come riporta Ansa, il Governo argentino “ha deciso di modificare con decreto l’importo della pensione minima ad aprile aumentandolo del 18%, da 204.445 pesos (circa 220 euro) a 241.216 (circa 260 euro)”.



PENSIONI DI INVALIDITÀ E DISPARITÀ TRA SUD E NORD: I DATI INPS

Sempre ritornando ai dati offerti dall’ultimo Osservatorio Inps 2023, la riforma pensioni anche sotto il profilo dell’invalidità “urge” a livello di sistema Paese: le pensioni di invalidità al Sud Italia sono circa il doppio rispetto al Nord. I dati sono impietosi riportando i numeri effettivi degli invalidi civili: il Mezzogiorno è l’area con incidenza più alta con ben 77,4 assegni ogni 1000 residenti, al Nord sono 39,4 e al Centro 58,2. L’Osservatorio Inps sulle pensioni – escluse quelle della PA – rileva come al Sud una pensione ogni 4 è di invalidità.



Lo scorso anno in termini di prestazioni liquidate a livello generale (non solo di invalidità, ndr) ha visto ben 1.364.686 pensioni, delle quali però il 48,6% (663.705) di natura assistenziale: gli importi annualizzati per le pensioni liquidate nel 2023 ammontano a ben 14,3 miliardi di euro. (agg. di Niccolò Magnani)

I DATI DELL’OSSERVATORIO INPS

Dai dati dell’Osservatorio Inps emerge che le pensioni vigenti a inizio anno nel settore privato, senza contare quelle dei giornalisti, sono 17.775.766. Il 76,7% di esse sono di natura previdenziale, mentre il 23,3% di natura assistenziale. Come riporta Ansa, l’importo annuale complessivo di queste pensioni è pari a 248,7 miliardi di euro, di cui 222,8 miliardi collegati alle gestioni previdenziali, mentre 25,9 a quelle assistenziali. Dai dati Inps emerge che rispetto al 2003 è cresciuta l’incidenza delle pensioni assistenziali su quelle totali liquidate, dal 37,6% al 48,6% del 2023. Guardando alle aree territoriali, al Nord c’è un numero di pensioni per abitante (esclusi gli assegni erogati agli ex dipendenti pubblici) più alto rispetto al Sud, dove però è più alta l’incidenza delle prestazioni riservate agli invalidi civili. Al Sud, inoltre, il 28% delle pensioni è di invalidità.



L’INDAGINE READLY-YOUGOV

Le donne guadagnano circa il 10% in meno degli uomini e questo gender pay gap si riflette anche sulle pensioni. In particolare, come ricorda Ansa, il reddito da pensione delle donne è inferiore di oltre un terzo rispetto a quello degli uomini. Per sopperire a questo divario potrebbero essere utili degli investimenti, ma nel 2023 in Italia le donne investitrici erano solo l’11%, un dato inferiore rispetto al resto dell’Europa. Marie-Sophie von Bibra, Chief Marketing Officer di Readly, il più grande chiosco europeo per riviste e quotidiani digitali, che ha commissionato a YouGov un’indagine in materia, spiega che tale indagini “mostra che le donne non devono sentirsi inferiori agli uomini in alcun modo quando si tratta di finanze. Molte donne gestiscono i propri risparmi e li investono. Vediamo risultati incoraggianti e vorremmo esortare ancora più donne a farsi carico delle proprie finanze per evitare il divario economico di genere. Il giornalismo economico, ad esempio, contribuisce fortemente a fornire un sostegno particolare in questo processo di apprendimento”.

IL NUOVO SERVIZIO “PRISMA” DI INPS

L’Inps a partire dal 10 aprile metterà a disposizione di datori di lavoro e intermediari un nuovo servizio chiamato “Prisma”, con cui fornirà le informazioni relative alla presenza o meno di contributi versati prima del 1996 di uno specifico lavoratore. In questo modo, come spiega Il Sole 24 Ore, potrà essere correttamente adempiuto l’obbligo contributivo, “dato che si sono verificati molti casi in cui sono stati assoggettati a massimale contributivo dipendenti o collaboratori che avevano contributi accreditati prima del 1996 e pertanto il massimale non risultava applicabile”. “Prisma” indicherà anche “eventuali domande di opzione al sistema contributivo, di riscatto/accredito figurativo presso Inps o Casse dei professionisti, posizioni e anzianità assicurativa presso quest’ultime”.

LA CIRCOLARE SUI LAVORATORI SPORTIVI

Il quotidiano di Confindustria ricorda anche che tramite la circolare 50/2024 l’Inps “ha fornito ulteriori indicazioni sugli aspetti operativi legati al trattamento pensionistico dei lavoratori sportivi. Quest’ultimi, ove siano inquadrati con rapporto di lavoro subordinato con gli enti sportivi, a prescindere dal settore professionistico o dilettantistico in cui prestano l’attività, sono iscritti al Fondo pensione dei lavoratori sportivi. Nello stesso senso, in assenza di disposizioni speciali, la riforma dello sport ha previsto il rinvio alla disciplina vigente a tutela delle assicurazioni ‘minori’ (malattia, infortunio, gravidanza eccetera) e specificato i relativi obblighi di finanziamento”. Inoltre, “i lavoratori subordinati sportivi, a prescindere dalla qualifica professionale, sono soggetti all’applicazione del massimale annuo della base contributiva che, per il 2024, è pari a 119.650,00 euro e a 383 euro giornalieri”.

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