Si continua ad insistere sull’inserimento della Quota 41 nella prossima riforma pensioni 2024 ma forse non ci si rende conto di tre criticità da risolvere. Estendere questa misura per tutti sarebbe una mossa azzardata e anche “impossibile” da attuare.

Mentre Durigon e Lega Nord sono pro “Quota 41”, qualcun altro fa riflettere sui problemi a cui andremmo incontro applicandola. Quello più importante è penalizzare i lavoratori più fragili permettendo l’uscita anticipata a chi invece potrebbe lavorare ancora per un po’ di anni.



Riforma pensioni 2024: quali sono le criticità da risolvere?

Il problema più grande della riforma pensioni 2024 è reperire i fondi. Le risorse finanziarie scarseggiano e il Governo avrebbe altre priorità: utilizzare il budget per poter tagliare il cuneo fiscale e aumentare gli stipendi in busta paga.

Quota 41 per tutti è altamente improbabile

Il primo problema – come detto – è legato alla mancanza di fondi. Prorogare Quota 41 significa perdere il 20% sull’assegno e sborsare più soldi della Quota 103. Inoltre dal 2025 il Governo non potrà più usufruire di fondi dall’extra deficit, anzi, dovrà iniziare la ristrutturazione del debito.



La differenza tra le due misure sta nell’uscita: con Quota 41 è sufficiente aver versato 41 anni di contributi, con Quota 103 gli stessi contributi ma occorrerà aver compiuto almeno 63 anni di età.

Misura poco allettante

L’unico metodo per applicare Quota 41 è penalizzare l’assegno, sarebbe l’unica spiaggia per riuscire a risparmiare sui costi, che attualmente ammonterebbero a 5 miliardi di euro. Il Governo tuttavia propone per una riforma pensioni 2024 anche di conteggiare secondo il metodo contributivo.

I sindacati sono contrari perché lo vedono come un disincentivo al pensionamento anticipato. Chi rinuncerebbe a qualche centinaio di euro per pochi anni di uscita anticipata?



Le reali limitazioni

Quota 41 non solo non può essere per tutti – soprattutto se applicata con il contributivo – ma è una misura per pochi. I privilegiati – come per Quota 100 – sono un numero limitato di lavoratori, perlopiù pubblici.

Per usufruire della misura occorre aver versato un buon numero di contributi già entro i 19 anni. E quanti sono i lavoratori così fortunati da avere contratti così stabili nel tempo?