LA RIVALUTAZIONE PER GLI ISCRITTI ENPAM

Nei prossimi mesi gli iscritti all’Enpam riceveranno una pensione aumentata per via dell’indicizzazione all’inflazione decisa dalla Cassa previdenziale di medici e odontoiatri e che ha avuto il via libera dei ministeri vigilanti. Gli assegni, come spiega Sanità 24, sezione del sito del Sole 24 Ore, verranno rivalutati al 75 per cento dell’indice dell’inflazione “fino al limite di 4 volte il trattamento minimo Inps (che significa circa 2.272 euro lordi al mese) e al 50 per cento dell’indice l’eventuale parte della pensione mensile che supera questo limite”. Nell’articolo viene ricordato che “per le pensioni erogate dall’Inps la rivalutazione applicata in misura piena è stata soltanto per gli assegni che non superano i 2.272 euro lordi mensili” e la percentuale viene, poi, ridotta man mano che l’importo della pensione cresce: 4,6% fra 4 e 5 volte il minimo (2.840 euro); 2,9% tra 5 e 6 volte il minimo (3.308 euro); 2,5% tra 6 e 8 volte il minimo (4.544 euro); 2% fino a 10 volte il minimo (5.679 euro); 1,2% oltre 10 volte il minimo (5.680 euro)”.



LE PAROLE DI DISTILLI

Nelle scorse settimane si era ipotizzato che il nuovo concordato preventivo potesse creare problemi alle casse professionali dal punto di vista dei contributi versati dai loro iscritti. Il Presidente della Cassa Dottori Commercialisti Stefano Distilli ha spiegato, tuttavia, a Italia Oggi che “il tema dell’irrilevanza del concordato preventivo ai fini della determinazione della base imponibile su cui calcolare i contributi previdenziali obbligatori dovuti alle Casse è già stato affrontato e risolto, in occasione di un analogo provvedimento del 2003. Già allora, infatti, era stato chiarito che spetta ai singoli Enti adottare i provvedimenti necessari per assicurare l’equilibrio di bilancio, tra cui rientrano anche quelli sulla determinazione dell’entità della contribuzione”. Dunque, aggiunge Distilli, “per il calcolo della contribuzione dovuta, è necessario continuare a far riferimento al reddito prodotto. E non a quello oggetto di concordato fiscale.



LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO DI PALERMO

La Corte di appello di Palermo, come riporta Il Giornale di Sicilia, ha condannato l’Inps a liquidare nuovamente la pensione a 32 ex dipendenti della filateria Matesi Spa di Termini Imerese esposti all’amianto in modo che vengano calcolate le maggiorazioni contributive dovute ai lavoratori che hanno operato in tali condizioni. Il quotidiano evidenzia che dovranno essere pagati anche “gli arretrati per 10 anni antecedenti la domanda amministrativa che, tenendo conto della durata del processo, saranno conteggiati per quasi 20 anni”. “Tutti questi lavoratori sono stati esposti ad amianto dagli anni 60 e, alla chiusura dello stabilimento nel settembre 1995, sono stati collocati prima in cassa integrazione, poi adibiti ai lavori socialmente utili e, successivamente, i pochi sopravvissuti ai numerosi casi di mesotelioma, tumore del polmone ed altre malattie asbesto correlate, sono stati collocati in pensione. Oggi per tutti finalmente l’ulteriore sentenza di accoglimento delle sacrosante istanze”, sono le parole dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente osservatorio nazionale amianto, che ha assistito gli ex lavoratori.



L’ANALISI DI GUARINO

In un articolo pubblicato sul sito di Itinerari Previdenziali, Mara Guarino ricorda che “nel 2022 l’Italia ha complessivamente destinato a pensioni, sanità e assistenza 559,513 miliardi di euro, con un incremento del 6,2% rispetto all’anno precedente (32,656 miliardi): la spesa per prestazione sociali ha assorbito oltre la metà di quella pubblica totale, il 51,65%. Rispetto al 2012, e dunque nell’arco di un decennio, la spesa per welfare è aumentata di ben 127,5 miliardi strutturali (+29,4%); aumento ascrivibile soprattutto agli oneri assistenziali a carico della fiscalità generale, cresciuti del 126,3% a fronte dei ‘soli’ 37 miliardi della spesa previdenziale (+17%) e del 18% del nostro Prodotto interno lordo”. Si tratta di dati che, come evidenziato dall’ultimo rapporto di Itinerari previdenziali, richiamano l’attenzione sulla necessità di separare previdenza e assistenza, cercando di ridurre quest’ultima. Una separazione che non sembra però semplice da realizzare.

RIFORMA PENSIONI, LA CAMPAGNA INPS-CITIBANK

Come ricorda l’agenzia Aise, il 20 marzo è iniziata la prima fase della campagna di certificazione di esistenza in vita per i pensionati italiani residenti in America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi, da parte dell’Inps attraverso Citibank. I pensionati interessati riceveranno da Citibank la richiesta di attestazione dell’esistenza in vita cui dovranno rispondere entro il 18 luglio, pena la sospensione del pagamento della pensione a partire da settembre. Va detto che la procedura è facilitata dal fatto che può essere “sostituita” dalla riscossione personale della pensione presso uno degli sportelli di Western Union, che deve avvenire tramite l’identificazione del beneficiario mediante un documento dotato di foto.

A SETTEMBRE LA SECONDA FASE

Va anche detto che l’Inps ha chiesto a Citibank di non inviare le richieste di attestazione a quanti avessero riscosso personalmente agli sportelli Western Union almeno una rata di pensione in prossimità dell’avvio del processo di verifica. Saranno inoltre esclusi dalla procedure i pensionati i cui pagamenti sono stati già sospesi a seguito del mancato completamento delle precedenti campagne e quei pensionati che sono oggetto di scambi mensili di informazioni con lo ZUS polacco. La seconda fase della verifica verrà avviata il 20 settembre e riguarderà i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania. In questo caso i pensionati dovranno far pervenire le attestazioni di esistenza in vita entro il 18 gennaio 2025.

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