LE PAROLE DI BOERI
Intervistato dalla Stampa, Tito Boeri spiega di ritenere che il Governo non si possa “permettere un’ulteriore stretta alla previdenza, sarebbe socialmente insostenibile. L’ultimo e odioso taglio delle indicizzazioni delle pensioni, mentre saliva l’inflazione, ha già ridotto il potere d’acquisto di chi non ha alternative a quel reddito”. L’ex Presidente dell’Inps evidenzia, inoltre, che si tratta di un taglio che si aggiunge a “quelli ancora più ingiusti imposti a molti percettori di Reddito di cittadinanza, fra cui disabili”. Intanto l’esperto previdenziale Mauro Marino, in un articolo pubblicato su pensionipertutti.it, ricorda che nonostante la sentenza della Corte Costituzionale in materia, l’iter delle proposte di legge per accelerare il pagamento del Tfr/Tfs degli ex dipendenti pubblici è stata fermata dalla Ragioneria generale dello Stato perché non vi sarebbero le risorse necessarie, ammontanti per il solo 2024 a circa 3,8 miliardi di euro.
ACCORDO CALABRIA-INPS SULLE PENSIONI DI INVALIDITÀ (E NON SOLO)
Nell’evento organizzato presso la Cittadella regionale di Catanzaro, il Presidente di Regione Calabria Roberto Occhiuto sottolinea con entusiasmo l’accordo con l’INPS per diversi decentramenti sul fronte previdenza, comprese le pensioni di invalidità. In attesa di una macro riforma pensioni prevista non prima del prossimo anno, il Governatore in quota Forza Italia celebra l’ottenimento per la Calabria del premio Eccellenze Inps 2023 per via del progetto “Decentramento del servizio di accertamento di invalidità civile”.
Nel 2023 sono state svolte oltre 132mila prime visite e più di 43 mila revisioni (+7,4%) con la Calabria che, rileva ancora il Presidente Occhiuto all’ANSA, tra le regioni italiane, «si è caratterizzata per una elevata performance con alti livelli di qualità. La media tra la presentazione della richiesta di prestazione e l’erogazione è stata inoltre di 60 giorni». Occhiuto sottolinea come il successo del decentramento dei servizi sul fronte invalidità è stato possibile solo con l’impegno di tutti «e un’integrazione virtuosa come quella che c’è stata fra Comuni, Regione e Inps allora i risultati si possono ottenere e soprattutto si ottengono risultati non solo buoni ma addirittura eccellenti». La Regione con l’INPS ha lavorato per permettere un servizio di accertamento in «corrispondenza della residenza dei richiedenti piuttosto che fare spostare queste persone con i disagi che ne sarebbero derivati». (agg. di Niccolò Magnani)
I VANTAGGI DELLA PACE CONTRIBUTIVA
Come ricorda investireoggi.it, con la Legge di bilancio 2024 è stata reintrodotta la pace contributiva, “una misura già sperimentata nel triennio 2019-2021 a seguito del decreto n° 4 del 2019, meglio noto come Decretone, che includeva anche il Reddito di Cittadinanza e Quota 100”. Di fatto, viene riaperta “la possibilità per i lavoratori di colmare fino a 5 anni di vuoti contributivi, utili sia per il calcolo dell’importo che per le pensioni anticipate, sebbene a titolo oneroso”. Non va però dimenticato che l’Agenzia delle Entrate ha confermato la possibilità che a farsi carico della spesa sia il datore di lavoro che può riconoscere gli oneri sostenuti per la pace contributiva come uno dei fringe benefit da erogare ai propri dipendenti. Recentemente “le misure riguardanti i fringe benefit sono state modificate, consentendo ai lavoratori di beneficiare di rimborsi anche per le utenze domestiche o il canone di affitto, tra gli altri. Un’alternativa a questi Bonus potrebbe essere proprio la pace contributiva, al fine di favorire il pensionamento anticipato dei dipendenti”.
LA RICHIESTA DI CGIL E UIL
Come riporta tuttoggi.info, a Perugia e Terni si terranno due presidi nell’ambito dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. I sindacati chiedono di “rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del Governo e delle imprese il valore del lavoro a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza, la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno”. Le organizzazioni dei lavoratori chiedono anche di “indicizzare all’inflazione reale le detrazioni da lavoro e da pensione e detassare gli aumenti contrattuali” ed evidenziano che “è necessario ridurre la tassazione sul lavoro dipendente ed i pensionati, tassare le rendite e contrastare l’evasione”.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DEL CENTRO STUDI UNIMPRESA
Si avvicina la messa a punto del Documento di economia e finanza e un’analisi del Centro studi di Unimpresa ricorda che con oltre 340 miliardi di euro, quest’anno la spesa per le pensioni in Italia raggiungerà un livello record, pari al 16% del Pil, il più alto nel quinquennio 2022-2026. In valori assoluti, nel 2022 la spesa pensionistica era pari a 297 miliardi di euro, cresciuta poi a 317 miliardi l’anno scorso, mentre l’anno prossimo salirà a 350 miliardi per poi raggiungere i 361 nel 2026. Complessivamente, tra il 2022 e il 2026 l’aumento sarà di oltre 64 miliardi. In termini percentuali, i 297 miliardi del 2022 corrispondevano al 15,3% del Pil, mentre i 361,2 miliardi del 2026 al 15,9%. Da segnalare che la spesa sanitaria scenderà dal 6,7% del Pil del 2022 al 6,1% del 2026.
LE PAROLE DI GIOVANNA FERRARA
Per il Presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, “la spesa per le pensioni non si ferma perché il quadro anagrafico del Paese indica un costante invecchiamento e ci portiamo ancora dietro i guasti di interventi clientelari dei decenni scorsi. È chiaro che non si può nuovamente intervenire in un sistema che non ha mai avuto stabilità e certezza normativa e si tratta di elementi critici non solo per chi lavora e intende sapere quanto tempo manca al cosiddetto assegno Inps, ma è una questione essenziale anche per chi fa impresa ed è tenuto a pianificare la gestione della propria occupazione”. Riguardo il Def, Ferrara spiega di ritenere che il Governo “stia ben gestendo le casse dello Stato, di fatto in linea con l’esecutivo guidato da Mario Draghi, improntando tutto alla prudenza”.
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