RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MANNONE
Pompeo Mannone evidenzia che “tutti i Governi hanno fatto a gara per sottrarsi alla Legge Fornero, ma al di là del contributivo pro-rata e alcuni strumenti di agevolazione di uscita dal lavoro, sostanzialmente hanno prodotto più problemi che risultati. Per tali ragioni rivendichiamo una negoziazione organica dove si affronti in modo strutturale l’intera questione della previdenza”. In particolare, il Segretario generale della Fnp-Cisl Roma Capitale e Rieti spiega che “se si divide la spesa della previdenza dall’assistenza (pensioni sociali, invalidità civile, cechi e sordomuti, le indennità di accompagnamento, le pensioni di cittadinanza e così via) si dimostra analiticamente che il costo delle nostre pensioni è pari all’12% del Pil e addirittura all’8,64 % al netto dell’Irpef pari a 59 miliardi. (fonte Centro studi itinerari previdenziali)”.
LA NECESSITÀ DI SEPARARE ASSISTENZA E PREVIDENZA
Si tratta, aggiunge il sindacalista, di una “spesa perfettamente in linea con la media dei Paesi europei. Se si fosse considerato solo la spesa derivante dai contributi e dalle tasse pagate precedentemente dai lavoratori si sarebbe potuto adeguare al 100% dell’inflazione tutte le pensioni anche quelle superiori a 5 volte il minimo”. Secondo Mannone, “identificare con chiarezza i costi assistenziali sarà anche utile per aumentare la spesa in questo campo, a carico della fiscalità generale, per gli anziani, i fragili e per ridurre l’esclusione sociale, poiché altri Paesi Europei in queste attività spendono più di noi. Il confronto richiesto al Governo auspichiamo possa contribuire finalmente a far chiarezza definitiva sulla materia e a operare scelte conseguenti”.
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