LE PAROLE DI PALMIERI

Come riporta cremonaoggi.it, Mimmo Palmieri spiega che “è indispensabile superare la Legge Monti-Fornero che fa danni ancora oggi, basterebbero pochi punti: flessibilità in uscita da 62 anni o 41 di contributi e una garanzia per giovani, precari e discontinui, così come riconoscere il valore dei lavori gravosi e precoci e superare definitivamente le differenze di genere. Bisogna garantire il potere di acquisto di chi ha lavorato una vita e oggi viene ancora trattato come un bancomat e non arriva a fine mese”. Secondo il Segretario generale dello Spi-Cgil di Cremona, il Governo Meloni “continua a fare cassa sui pensionati peggiorando il meccanismo di perequazione e taglia le rivalutazioni a partire da redditi medio-bassi. Vengono riviste al ribasso le aliquote di rendimento per i dipendenti pubblici”. “Siamo scesi in piazza e continueremo a farlo perché nessuna delle nostre richieste, che rappresentano i bisogni di milioni di pensionati e che reputiamo semplicemente di buonsenso, trova risposta da questo Governo”, aggiunge Palmieri.



TAJANI E CALDERONE FIRMANO PATTO ITALIA-ALBANIA SULLE PENSIONI

Questa mattina il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con la collega Ministro del Lavoro Marina Calderone hanno firmato l’Accordo di sicurezza sociale bilaterale tra Italia e Albania sulla riforma pensioni che andrà a regolare le «prestazioni pensionistiche e le indennità di disoccupazione, malattia e maternità di coloro che esercitano o hanno esercitato un’attività subordinata o autonoma nei due Stati». L’accordo siglato alla Farnesina con gli omologhi del Governo albanese, spiega Tajani, «darà a tutti i lavoratori italiani e albanesi certezza sul loro futuro pensionistico, assicurando anche prestazioni di invalidità, di vecchiaia, per i superstiti e per l’indennità di disoccupazione e garantendo parità di trattamento in Italia e in Albania».



Per la Ministra Calderone si va così verso regole comuni per imprese, lavoratori e familiari, «al fine di facilitare il mutuo riconoscimento dei diritti sociali». Il Governo italiano, in collaborazione con l’INPS, avvierà in seguito un negoziato «per un’intesa amministrativa bilaterale con cui rendere operativo l’accordo stesso, nel cui ambito di applicazione non rientrano le prestazioni sanitarie in natura, le prestazioni familiari e la tutela dei rischi contro l’infortunio e la malattia professionale, nonché le prestazioni non contributive», riporta l’ANSA su fonti dirette del Governo, a margine della firma con Tajani e Calderone.



CGIL CHIEDE PENSIONE CONTRIBUTIVA DI GARANZIA

Come riporta collettiva.it, secondo la Cgil “esiste un’emergenza giovani nel nostro Paese, lo dicono chiaramente tutti i dati. Parlare di giovani significa contrastare la precarietà e aumentare i salari: da qui bisogna partire”. Per il sindacato, “è necessario rafforzare il patto intergenerazionale. Se non si daranno certezze ai giovani sulla loro pensione futura, incentivandoli a rimanere attivi nel mercato del lavoro e a versare i contributi, si rischia davvero di andare incontro ad una crisi profonda dell’attuale sistema”. Dunque va varata un pensione di garanzia “inserendo elementi di solidarietà all’interno del sistema e agendo attraverso il mix tra anzianità ed età di uscita. Il che vuol dire che più crescono contribuzione ed età anagrafica, più aumenta l’assegno di garanzia, valorizzando tutti i periodi degni di tutela come il lavoro di cura, i periodi di disoccupazione, la formazione, le politiche attive, gli stage”.

IL CHIARIMENTO INPS

Come riporta Avvenire, l’Inps ha risposto ad alcuni dubbi relativi allo “speciale computo dei periodi di servizio per chi opera in condizioni gravose (in navigazione, in volo, ai confini, all’estero ecc.) oppure come ‘addetto a lavori insalubri o ai polverifici’” nel settore pubblico ai fini pensionistici, specificando che, “qualora non siano già presenti nelle domande degli interessati, le attestazioni idonee al maggiore computo del servizio (decreto di attribuzione) devono essere richieste al datore di lavoro con la precisazione della qualifica rivestita dall’interessato, di operaio oppure di una ex qualifica di operaio corrispondente nell’attuale sistema di inquadramento del personale statale”. “Agli interessati sono pertanto richieste queste condizioni: a) una situazione soggettiva, che in concreto si riferisce all’attività di un’ex qualifica di operaio, b) una situazione oggettiva, qualora l’attività sia riconducibile ai lavori insalubri (con piombo, acidi, esplosivi ecc.) indicati dal decreto ministeriale 1100 del 1919. Solo a queste condizioni potranno essere accolte le relative richieste”, aggiunge il quotidiano della Cei.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MAURO MARÈ

In un articolo pubblicato su L’Economia, inserito del Corriere della Sera, Mauro Marè evidenzia che “se nel lungo periodo erano evidenti i vantaggi di un sistema a ripartizione almeno 50 anni fa forse fare affidamento solo su un sistema di questo tipo può aver creato fin dall’inizio il rischio di instabilità finanziaria. È sembrata allora un’idea geniale, un miracolo che poteva permettere il pagamento di prestazioni generose all’infinito, senza alcun vincolo di bilancio. E invece l’economia e la storia si sono vendicate: ritenere che possano esistere risorse gratis è sempre un errore. I sistemi a capitalizzazione riducono il trasferimento dell’onere tra le generazioni e possono stimolare l’economia e aumentare i diritti di proprietà sulle risorse pagate. Ma non tutti hanno una carriera lavorativa stabile e regolare”.

LE FORME DI PENSIONE DI BASE NECESSARIE

Secondo l’economista, sono quindi “necessarie forme di pensione di base, legate a un minimo contributivo o di anni di lavoro. Serve cioè un meccanismo solidaristico finanziato dalle imposte che assicuri una copertura a chi non riesce ad accumulare e ha avuto carriere irregolari. Non una pensione di cittadinanza però, per evitare comportamenti opportunistici (moral hazard) di chi non avrebbe incentivo ad emergere, ma una pensione contributiva, che scatta solo con un minimo di anzianità: 10-15 anni?”. Per Marè, inoltre, “sono necessarie misure economiche e culturali per stimolare il tasso di fecondità; senza un numero adeguato di figli e di giovani, non ci sarà mercato del lavoro in grado di pagare per gli anziani e quindi nessun sistema di welfare sarà sostenibile”.

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