RIFORMA PENSIONI, IL POSSIBILE SCONTRO GENERAZIONALE

Il fatto che, come emerso dall’utilizzo del simulatore dell’Inps Pensami, per i giovani il traguardo pensionistico rischia di essere intorno ai 70 anni, se non oltre, unito al livello della spesa destinata alla previdenza in rapporto al Pil, dovuta principalmente al pagamento degli assegni di chi è già in quiescenza rischia di riaccendere lo scontro generazionale in materia di pensioni. È infatti sempre più chiaro che l’innalzamento dell’età pensionabile futura è dovuto non solo all’andamento dell’aspettativa di vita, ma anche alla necessità di contenere la spesa pubblica, a meno di non dover prendere interventi più drastici del blocco parziale dell’indicizzazione per chi è già in quiescenza.



LA SCELTA POLITICA DA COMPIERE

Bisognerebbe, quindi, che vi fossero interventi a tutela dei giovani sul fronte previdenziale, come la pensione di garanzia che anche i sindacati propongono di introdurre nel nostro Paese. Tuttavia, percorrere questa strada mal si concilierebbe con l’ipotesi di varare forme di pensionamento anticipato, le quali non farebbero che far aumentare la spesa previdenziale. Dunque, bisognerebbe fare una scelta. In questo senso c’è chi fa notare che sarebbe politicamente più conveniente accontentare gli elettori più anziani che sono numericamente superiori a quelli più giovani. Certo è che così si corre il rischio di vedere continuare a crescere la spesa pensionistica in rapporto al Pil, rendendo ancora più difficile la situazione. Insomma, i nodi sulla materia previdenziale sono davvero difficili da sbrogliare.



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