RIFORMA PENSIONI, IL PESO DEL DEBITO PUBBLICO

Il livello del debito pubblico su Pil rischia di essere un problema importante per i conti pubblici italiani e per le chance di vedere una qualche misura di pensionamento anticipato nella prossima Legge di bilancio. Nelle ultime settimane, dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza, si è ipotizzato che, onde frenare la spesa pensionistica, il Governo possa introdurre Quota 104 al posto di Quota 103, prevedendo sempre il ricalcolo contributivo dell’assegno. Ma non è detto che ciò possa avvenire. L’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica evidenzia, infatti, che prorogare le misure fiscali e di sostegno all’economia in scadenza a fine anno costerebbe 20 miliardi. Ma, se si volesse al contempo stabilizzare il livello del debito pubblico su Pil, le risorse necessarie ammonterebbero a 30 miliardi.



LE DIFFICOLTÀ PER QUOTA 104

Tra l’altro l’Osservatorio spiega che si dovrebbe trattare di coperture permanenti, onde evitare di ritrovarsi con un problema altrettanto serio alla fine del prossimo anno. Si capisce, quindi, che gli spazi per misure di riforma delle pensioni, anche se poco onerose, come appunto Quota 104, potrebbero essere difficili da finanziare. Senza dimenticare che a fine 2024 scadrà anche l’Ape sociale, che, proprio per la platea a cui si rivolge, meriterebbe sicuramente di avere la precedenza in un’eventuale proroga rispetto ad altre forme di anticipo pensionistico. È facile pensare a questo punto che, visto il sentiero stretto che si profila all’orizzonte, si renderà necessario un nuovo intervento sulle pensioni in essere dopo il blocco parziale delle indicizzazioni che scadrà a fine anno.



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