LA NON CUMULABILITÀ DELLE PENSIONI ANTICIPATE
Tecnicadellascuola.it ricorda che l’Inps ha chiarito che “per le pensioni Quota 100, Quota 102 e per le pensioni anticipate flessibili è prevista, a partire dal primo giorno dalla decorrenza della pensione e fino a quando non si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia, la non cumulabilità con i redditi provenienti da lavoro dipendente e autonomo. L’Inps, tra l’altro, provvede ad informare i propri utenti sul regime di incumulabilità della pensione con i redditi da lavoro, al momento in cui comunica il provvedimento di liquidazione della pensione. Infatti, i pensionati con Quota 100, Quota 102 o pensione anticipata flessibile, prima del compimento dell’età prevista per il pensionamento di vecchiaia, sono tenuti a dichiarare all’Inps eventuali redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo, che potrebbero influire sull’incumulabilità della pensione”. Va ricordato che “in caso di mancato rispetto del regime di non cumulabilità, l’Inps è tenuta a sospendere la pensione e a recuperare le mensilità pagate indebitamente”.
LE NOVITÀ SULLA RIFORMA PENSIONI PER I MEDICI
Dopo le polemiche avvenute in sede di conversione della Manovra di Bilancio, la riforma pensioni sul fronte medici-sanitari accoglie finalmente alcune importanti novità già contenute negli emendamenti in “pole” nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio alla Camera. Come spiega il “Sole 24 ore”, il Decreto Milleproroghe atteso in aula dal 15 febbraio avrà non poche novità sul tema medici: c’è infatti l’introduzione di uno scudo penale per i medici – simile a quello sperimentato durante la pandemia Covid -, ma soprattutto «c’è l’intesa dentro la maggioranza per estendere l’età pensionabile dei camici bianchi a 72 anni fino al 2025».
Dopo diverse interlocuzioni interne alla maggioranza, la misura sulle pensioni dei medici – esclusa in un primo momento dalla Manovra – troverebbe spazio nel decreto in arrivo in Parlamento: oggi l’uscita massima per il personale sanitario è di 70 anni dopo l’ok delle Asl, con il Milleproroghe si arriverebbe fino ai 72 anni. Nell’emendamento a firma Ciocchetti (FdI) si prevede – spiega il “Sole” – «la possibilità di trattenere i medici, su base volontaria, per altri due anni, per provare ad arginare il fenomeno della carenza di sanitari in corsia e fermarne l’esodo». Come confermato dallo stesso deputato al “Sole 24 ore”, «L’intesa c’è sia sullo scudo penale che sulla risposta emergenziale alla carenza di medici elevando la possibilità di andare in pensione a 72 anno fino al 2025».
(agg. di Niccolò Magnani)
LA NOTA DELLA FLC-CGIL
Venerdì il ministero dell’Istruzione ha convocato i sindacati per l’informativa sulla circolare che conterrà le indicazioni operative per accedere al trattamento di pensione anticipata con i requisiti stabiliti nella Legge di bilancio 2024. La Flc-Cgil fa sapere di aver “denunciato come, per la prima volta dalla riforma Fornero, la legge di Bilancio, affossando nei fatti ‘opzione donna’ e penalizzando pesantemente l’accesso a ‘quota 103’, non offra praticamente alcuna possibilità di uscire dalla gabbia dei requisiti di vecchiaia. Rispetto ai requisiti di accesso all’ape sociale sarebbe opportuno specificare che, oltre alle/ai lavoratrici/ori addetti a mansioni gravose, ne possono beneficiare caregivers e invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%”. La Federazione dei lavoratori della conoscenza “valuta positivamente l’indicazione della possibilità di passare dall’istanza di dimissioni per opzione donna presentata nell’ottobre del 2023, alla fruizione dell’Ape sociale, qualora se ne avessero i requisiti e la convenienza”.
RIFORMA PENSIONI, L’APPELLO DI CENICCOLA
Come riporta ottopagine.it, Fiorenza Ceniccola, consigliere comunale Forza Italia di Guardia Sanframondi e Coordinatrice Forza Italia Giovani Benevento, ha rivolto un appello a Giorgia Meloni per “trovare le risorse necessarie per fermare la ‘fuga’ dei nostri nonni dall’Italia per sottrarsi a una tassazione ‘iniqua ed ingiusta’ incominciando ad allineare la trattenuta Irpef sulle pensioni almeno alla Germania dove la ‘no tax area’ per i pensionati è fissata a 16mila euro. In Italia, attualmente è fissata a 8.174 euro/annuo. È insopportabile sapere che i nostri nonni debbano pagare le tasse più alte d’Europa: su una rendita pensionistica annua di 20mila euro, qui in Italia si paga il 20,5%, contro l’8,3% della Germania e il 7,3% della Francia”.
LA STRADA PER FERMARE LA FUGA DI PENSIONATI
È per questo, aggiunge l’esponente azzurro, che “ben 317mila pensionati, nel corso degli anni, hanno preferito ‘scappare via’ dall’Italia per andare a vivere a Cipro o in Tunisia, Grecia, Portogallo o in altri Paesi dove il prelievo fiscale sulle pensioni è molto più basso o, addirittura, inesistente come in Albania o Slovacchia”. Ceniccola ricorda che “gli anziani rappresentano un patrimonio di valori indispensabile per dare concretezza a qualsiasi progetto di ripartenza del nostro Paese e, per questo motivo, dobbiamo fare tutto il possibile per farli rimanere in Italia, per far sì che possano continuare ad ‘arricchire’ le nostre famiglie con quello che comunemente viene indicato ‘welfare familiare’”. Riguardo le risorse per tale intervento si potrebbe far ricorso a quelle frutto del recupero dall’evasione fiscale.
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