LO STOP DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO

Non arrivano buone notizie per i dipendenti pubblici. Infatti, la Ragioneria generale dello Stato ha chiesto alla commissione Lavoro della Camera di bloccare l’iter delle proposte di legge per accorciare i tempi per il pagamento della liquidazione del pubblico impiego e portarli da un anno a tre mesi. Infatti, per la Ragioneria generale dello Stato, i costi di una norma di questo tipo sarebbero elevati, pari a 3,8 miliardi solo per quest’anno. Eppure il Parlamento cercava solo di adeguarsi a una sentenza della Corte Costituzionale in materia. Non a caso Alfonso Colucci, deputato M5s e firmatario di una delle due proposte di legge, ha detto: “Prendiamo atto dei rilievi della Ragioneria ma il Parlamento ha il dovere di intervenire dopo il pronunciamento della Consulta”. Da parte sua, Walter Rizzetto, Presidente della commissione Lavoro della Camera, ha spiegato al Messaggero che “cercheremo delle coperture, anche se indubbiamente l’importo necessario è decisamente elevato”.



PENSIONATI IN CRISI, LE RICHIESTE DELLA FNP CISL LAZIO PER IL FUTURO

Nella due giorni di “tour” del sindacato Cisl nel Lazio emerge con ancor più chiarezza la difficoltà delle persone più comuni con il costo della vita aumentato e con la scarsa certezza di avere un futuro sicuro dal punto di vista previdenziale. Con una riforma pensioni strutturale ancora rimandata di almeno un anno, le problematiche non diminuiscono: «pagano 59 miliardi di IRPEF all’anno per questo la Fnp dice: basta con i tagli alle pensioni», spiega il Segretario Generale Fnp Cisl Lazio Paolo Terrinoni.



Dopo aver incontrato centinaia di pensionati a Roma, Colle di Tora, Guidonia, Viterbo, Piglio, Frosinone, Aquino, Latina e Borgo Podgora, la Fnp Cisl ribadisce le medesime richieste rilanciate al Governo anche dal segretario nazionale Sbarra: rivalutazione delle pensioni e imposti della quattordicesima, in quanto «Occorre dare dignità agli anziani e diritti ai giovani». (agg. di Niccolò Magnani)

LE QUOTE DELLE CASSE

In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore viene ricordato che per molti iscritti alle casse professionali è possibile anticipare la pensione con Quote più vantaggiose di Quota 103, dato che si arriva anche a Quota 97, ma “ogni paragone con i lavoratori dipendenti e con la flessibilità in uscita targata Inps” sarebbe improprio, soprattutto perché non c’è alcun aggravio per le casse pubbliche, ma anche perché gli anticipi prevedono modalità di calcolo ed eventuali penalizzazioni che li rendono “sostenibili anche nel lungo periodo”. Il quotidiano di Confindustria riporta anche le parole di Alberto Oliveti, Presidente dell’Adepp, l’associazione degli enti previdenziali privati, che sottolinea: “Le Casse hanno in generale meccanismi di calcolo validati dal punto di vista attuariale per cui chi va in pensione anticipata si paga da solo il beneficio dell’anticipo, ottenendo una pensione ridotta rispetto all’importo che avrebbe avuto quella di vecchiaia, per tener conto del maggior numero di anni per cui avrà l’assegno”.



I VANTAGGI DI SAN MARINO E ALBANIA

Come riporta Repubblica, San Marino si candida ad attirare stranieri, italiani pensionati compresi, facoltosi, grazie alla possibilità offerta di pagare per 10 anni tasse con un’aliquota del 6%. Occorre prendere la residenza e avere redditi sopra i 50.000 euro annui o un patrimonio personale superiore ai 300.000 euro. Inoltre, un terzo di questo patrimonio deve essere custodito in una banca sanmarinese e investito in titoli di stato o in altri prodotti finanziari.  Al momento tra il 2021 e il 2023 sono quasi cento i pensionati che hanno usufruito di questa misura. Molti di più quelli che hanno deciso di trasferirsi in Albania. Come racconta today.it, infatti, grazie a un basso costo della vita e a una fiscalità di favore, con una pensione di 1.500 euro al mese è possibile vivere bene, considerando che per bollette e affitto si spendono circa 400 euro al mese e che per mangiare in due al ristorante servono 20-25 euro.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LANDINI

In una lunga intervista rilasciata al Sole 24 Ore, Maurizio Landini ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che per la Cgil si tratta di “un problema grande come una casa e resta una priorità”. Il Segretario generale della Cgil ha in particolare sottolineato che “con il sistema contributivo puro e con la precarietà che abbiamo, i giovani sono destinati a rimanere senza una pensione”. E insieme ai giovani, sono le donne a risultare penalizzante per via del gender gap che si riflette anche sulla previdenza. E non va poi dimenticato il fatto che l’andamento demografico avrà effetti anche sul sistema pensionistico. Il sindacalista non risparmia, quindi, critiche all’attuale Esecutivo, spiegando che “ha scelto di fare cassa sulla previdenza, sui pensionati”.

LA CRITICA ANCHE SUL FISCO

Una prova di ciò è rappresentata dal “taglio rivalutazione degli assegni pensionistici”, oltre che dall’inasprimento “dei requisiti per il pensionamento”. Landini evidenzia anche che i lavoratori dipendenti e i pensionati pagano troppe tasse, dato che versano il 90% circa dell’Irpef. E “si sta determinando una diseguaglianza non più sostenibile perché la rendita finanziaria e la rendita immobiliare, compresi i profitti delle imprese, sono tassati meno. E in più si sono introdotte la flat tax per il lavoro autonomo e il concordato preventivo; due persone con lo stesso reddito pagano tasse diverse, a seconda del rapporto di lavoro o della provenienza di quel reddito. È una follia”. Ricordiamo che per il mese di aprile la Cgil ha organizzato una manifestazione e uno sciopero di 4 ore insieme alla Uil.

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