RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LANDINI

Nelle scorse settimane i sindacati erano tornati a chiedere al Governo di riaprire il confronto sulla riforma delle pensioni e Maurizio Landini è tornato sul tema evidenziando che l’Esecutivo di fatto non riconosce il ruolo del sindacato, dato che finora non ha voluto aprire una vera trattativa sulle piattaforme presentate, che oltre alle pensioni, comprendono anche il fisco, la sanità e la sicurezza sul lavoro. Le richieste delle organizzazioni dei lavoratori sulla previdenza sono note da tempo e per quanto riguarda gli anticipi pensionistici vertono principalmente sulla flessibilità a partire da 62 anni e sulla possibilità di andare in quiescenza con 41 anni di contributi. Entrambe le richieste sembrano però di difficile attuazione.



RIFORMA PENSIONI 2024, LE RISORSE PER GLI ANTICIPI

In particolare, sono le risorse a mancare. E il Segretario generale della Cgil, intervistato dalla Stampa, ricorda che però che l’evasione fiscale vale circa 90 miliardi di euro e, quindi, con un più forte e serio contrasto a questa piaga si potrebbero finanziare misure importanti. O comunque evitare che ci siano misure penalizzanti per chi è già in quiescenza, come sta accadendo con il blocco parziale delle indicizzazioni, che priva i pensionati di una parte dell’assegno che spetterebbe loro. Landini evidenzia anche che le rendite finanziarie e immobiliari continuano a essere tassate meno dei redditi, compresi quelli derivanti dalle pensioni. Dunque, dal suo punto di vista, ci sarebbero le leve per poter avere degli interventi diversi anche sul fronte previdenziale.



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