RIFORMA PENSIONI 2024, L’ATTESA SULL’INFLAZIONE

Negli ultimi mesi i sindacati sono tornati a chiedere al Governo, in tema di riforma pensioni, di non prorogare il blocco parziale delle indicizzazioni per le pensioni che scadrà a fine anno. La misura non ha impedito, comunque, di vedere crescere la spesa pensionistica dell’Inps per oltre 20 miliardi di euro, come certificato dal Rendiconto del Civ dell’Inps presentato ieri. Infatti, tale aumento deriva “quasi per intero” dalla rivalutazione degli assegni. Il bilancio dell’Inps si è chiuso in ogni caso in positivo, tuttavia resta da capire quale sarà la decisione dell’Esecutivo riguardo l’adeguamento dell’importo delle pensioni all’inflazione. Molto dipenderà, probabilmente, non solo dalle risorse a disposizione, non molte, ma anche dalle previsioni sull’inflazione.



RIFORMA PENSIONI 2024, L’ATTESA SULL’INFLAZIONE

Negli ultimi mesi la sua crescita ha rallentato sensibilmente, quindi togliere il blocco all’indicizzazione potrebbe non essere molto oneroso, tuttavia i dati arrivano solo fino a giugno e quindi bisognerà attendere quanto meno l’autunno per avere un quadro più preciso, anche per quel che riguarda le previsioni sull’andamento dei prezzi nel prossimo anno. Intanto dai sindacati arriva un’altra richiesta, tramite una petizione diretta all’Esecutivo, per intervenire sulla liquidazione del Tfs/Tfr dei dipendenti pubblici, che attualmente può anche richiedere fino a sette anni. Tra l’altro sul tema vi era stata recentemente una sentenza della Corte Costituzionale che aveva evidenziato come la trattenuta del Tfs fosse “in contrasto con il principio della giusta retribuzione sancito dall’art. 36 della Costituzione”.



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