RIFORMA PENSIONI, I DATI INPS
Non arrivano buone notizie per i dipendenti pubblici sul fronte pensionistico. Dai dati dell’Inps sui flussi di pensionamento, infatti, emerge che nel primo trimestre del 2024 l’età media alla decorrenza delle uscite anticipate dei dipendenti pubblici è salita a 61,8 anni rispetto ai 61,6 dei primi tre mesi del 2023. Guardando al settore privato, invece, si è avuto un incremento di uguale entità. da 61 a 61,2 anni. Resta il fatto che l’età effettiva di ingresso in quiescenza resta più elevata per i dipendenti pubblici. In ogni caso l’Inps segnala che in tutte le gestioni il numero delle pensioni anticipate risulta superiore rispetto a quelle di vecchiaia. Resta da capire per quanto questo trend potrà durare visto che si paventa una nuova stretta sulle uscite anticipate.
LO STOP ALL’ANTICIPO TFR/TFS
Le brutte notizie per i dipendenti pubblici non sono, però, finite, in quanto l’Inps ha fatto sapere, con il messaggio 1628 del 25 aprile scorso, che sono in esaurimento le risorse a disposizione per l’erogazione agevolata dell’anticipo del Tfs/Tfr e pertanto non potranno essere più presentate nuove domande. Vengono inoltre bloccate le pratiche che non hanno terminato l’iter di accoglimento in attesa di nuove istruzioni. Si tratta di un duro colpo per i dipendenti pubblici che lasciano il lavoro visto che per ottenere tutta la liquidazione che gli spetta devono attendere anni, nonostante una recente sentenza della Corte Costituzionale a loro favore. Senza anticipazione dell’Inps non resta che ricorrere al prestito bancario, ma con tassi per nulla convenienti.
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