RIFORMA PENSIONI 2024, LE PROSPETTIVE PER I GIOVANI
Il futuro pensionistico dei giovani si fa sempre più fosco. Infatti, in base a uno studio del Consiglio nazionale dei Giovani e di Eures, per chi oggi ha meno di 35 anni occorrerebbe dover lavorare fino a 74 anni per riuscire ad avere una pensione pari a circa 1.100 euro netti al mese. A rincarare la dose ci si è messo anche il Dipartimento Ragioneria Generale dello Stato del Mef, spiegando che in base alle tendenze del sistema pensionistico si amplierà la distanza tra ultima retribuzione e importo del primo assegno pensionistico. Dunque diventa sempre più importante riuscire ad aprire una posizione nella previdenza complementare, in modo da poter integrare questa somma. Naturalmente al contempo occorre fare in modo che aumenti l’occupazione di qualità per i giovani.
RIFORMA PENSIONI 2024, L’UTILITÀ DEI RISCATTI
In tal modo, infatti, le loro retribuzioni, e conseguentemente l’ammontare dei contributi versati per la pensione obbligatoria pubblica, potranno essere più elevate. Infatti, l’importo dei loro assegni pensionistici futuri diventerebbe più alto. In taluni casi potrebbe essere opportuno anche cercare di riscattare gli anni di studio universitario, un’operazione che solitamente ha una convenienza economica quando si è appena iniziato a lavorare, visto che l’onere del riscatto è parametrato sulla retribuzione, ma la cui opportunità diviene invece maggiormente valutabile quando si è più avanti con l’età. Utile in tal senso resta sempre la consulenza dei patronati. Sembra invece difficile poter affrontare l’altro tema importante: il continuo aumento dell’età pensionabile.
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