RIFORMA PENSIONI 2024, LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI

In attesa di tornare a incontrare il Governo per parlare di riforma delle pensioni 2024, i sindacati non solo si schierano contro l’ipotesi di consentire ai dipendenti pubblici di restare al lavoro oltre l’età pensionabile per tre anni, ma esprimono anche preoccupazione per l’ipotesi che venga confermato il blocco parziale delle indicizzazioni delle pensioni in essere, che ha finora garantito un risparmio di 10 miliardi di euro. Secondo i calcoli della Cgil e dello Spi, la proroga comporterebbe un altro miliardo di euro di minori spese per le casse dello Stato. Forse anche per questo potrebbe esserci la tentazione di inserirla nella Legge di bilancio. Anche se sul blocco dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale.



RIFORMA PENSIONI 2024, LA POSIZIONE DI MANAGERITALIA SULLE MINIME

Tuttavia, non si sa con quali tempistiche e dunque la sentenza potrebbe arrivare dopo la manovra. Non bisogna poi dimenticare, come evidenzia Repubblica, che non è detto che poi i sindacati scelgano di adottare delle iniziative comuni sulla materia, visto che non lo fanno da diverso tempo. Nella manovra potrebbe arrivare anche l’aumento delle minime, ma Manageritalia auspica che nel caso ciò avvenga dopo accurati controlli per far sì che non venga beneficiato chi non ne ha realmente bisogno. Intanto il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, intervistato da Adnkronos dopo la nomina a vicesegretario della Lega, spiega che tra gli obiettivi che più gli preme raggiunge c’è quello di una riforma delle pensioni “che permetta a chi lavora di uscire ai tempi giusti e ai giovani di programmare la loro pensione futura”.



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