RIFORMA PENSIONI, I DATI DI ITINERARI PREVIDENZIALI

In un articolo pubblicato sul sito di Itinerari Previdenziali, Michaela Camilleri e Mara Guarino ricordano che, come evidenziato dall’ultimo Rapporto del loro Centro Studi, “tenuto conto del fatto che le pensioni anticipate sono tendenzialmente le più elevate per numero (e importo) incidendo quindi molto sulle età di fruizione, se si considera il complesso della vecchiaia – anzianità, vecchiaia e prepensionamenti – si osserva che nel 2022 l’età media effettiva del pensionamento è di 64,4 anni”. Va anche detto che “nel calcolo di tale età media, ponderata per genere, pesa di più l’età maschile  (gli uomini sono il 59% del totale dei due generi), pari a 64,2 anni, che quella femminile (il 41%) pari a 64,7 anni”.



I NUMERI DA PONDERARE DA PARTE DELLA POLITICA

Per le autrici si tratta di numeri che “i nostri decisori politici dovrebbero ponderare attentamente, insieme a quelli sul progressivo invecchiamento della popolazione, nelle valutazioni relative all’introduzione di nuovi canali di pensionamento anticipato. Perché se è pur vero che la legge Monti-Fornero presenta nell’eccessiva rigidità in uscita uno dei propri limiti più importanti, lo è altrettanto che negli anni proprio le numerose deroghe introdotte  hanno in gran parte eroso quei (necessari) risparmi che la riforma si prefiggeva di raggiungere. Il tutto mentre, come ben sottolinea l’Undicesimo Rapporto, sono 334.078 gli assegni previdenziali tuttora pagati dall’Inps a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima a causa di requisiti di eccessivo favore”.



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