RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BARBAGALLO

Mentre la Uil Pensionati, attraverso il suo Segretario generale Carmelo Barbagallo, evidenzia i pericoli che l’autonomia differenziata comporterebbe per i pensionati, che paiono destinati a restare il “bancomat” da cui attingere tramite interventi penalizzanti sulla rivalutazione dei loro assegni, e per i pensionandi, nell’ipotesi che la previdenza complementare non venga più gestita a livello centrale, continuano a far discutere i dati diffusi dall’Inps sui flussi di pensionamento. Unimpresa, in particolare, punta il dito sull’importo degli assegni liquidati e sulla diminuzione degli accessi anticipati alla quiescenza frutto proprio dei bassi importi che i lavoratori rischiano di percepire se andassero in pensione prima del tempo.



RIFORMA PENSIONI 2024, I RILIEVI DI UNIMPRESA

Il Centro Studi dell’Unione nazionale di imprese evidenzia anche che quello che appare un vantaggio per lo Stato, ovvero il risparmio derivante dal minor numero di assegni da pagare, a causa della rinuncia dei lavoratori all’accesso anticipato alla quiescenza, in realtà non è tale, perché chi è costretto a restare al lavoro diventa meno produttivo e si viene anche a generare un ostacolo al turnover che può aiutare le imprese a far crescere la loro capacità di innovazione, senza la quale diventa difficile far crescere l’economia, con danni anche per le casse dello Stato. Dunque per gli interventi di riforma delle pensioni non si può guardare solamente alle mere esigenze di bilancio, ma vanno anche considerate le esigenze del mondo produttivo e il benessere delle persone.



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