LE PAROLE DI PACIFICO

Marcello Pacifico spiega che “secondo Anief chi lavora dopo i 60 anni dovrebbe avere incarichi diversi dall’insegnamento. A questo si aggiunge il mancato riconoscimento del burnout che invece si registra con tanti episodi, raccontati dai giornali, che necessitano di un’accurata analisi”. Il Presidente nazionale dell’Anief, interpellato da orizzontescuola.it, aggiunge che “non è giusto trattare i lavoratori con le stesse finestre di uscita dal lavoro quando hanno uno stress diverso. Unica eccezione sono i dipendenti delle forze armate che hanno una finestra a parte. Oggi un giovane di 30 anni, se fa la simulazione sulla propria posizione pensionistica, scopre che dovrà lavorare 50 anni per avere neanche l’80% dell’ultimo assegno e andrà in pensione non prima di 74 anni. C’è una differenza chiara tra le vecchie e le nuove generazioni”. E sottolinea che “per garantire che più personale vada in pensione va riconosciuto il riscatto di laurea gratuito. Se si riconoscessero gli anni di università, master e tutti gli anni della formazione, si permetterebbe di andare in pensione senza penalizzazioni”.



LE PAROLE DI GIORGETTI

Come riporta La Prealpina, Giancarlo Giorgetti ha evidenziato che “il welfare e il sistema pensionistico di oggi sarà insostenibile in futuro, con conseguenze imperscrutabili”. Secondo il ministro dell’Economia e delle Finanze, “non possiamo diventare un Paese di anziani, ma dobbiamo sostenere i giovani affinché si creino nuove competenze che stiano al passo con le nuove professionalità richieste”. Giorgetti non ha nascosto che “siamo ai numeri di disoccupazione più buoni dal 2008”, ma ha auspicato “per il prossimo anno una crescita dell’1% del Pil e l’attuazione del Pnrr è la priorità del Paese, perché sarà l’ultima occasione di una mole addizionale di risorse sugli investimenti”. Tornando sulla sostenibilità del sistema pensionistico italiano, il ministro ha espresso preoccupazione per la situazione demografica italiana, dato il record negativo della natalità, perché “nessun sistema pensionistico può essere sostenibile se si andrà avanti con questa tendenza”.



LE PAROLE DI PIERSANTI E BARBAGALLO

Il patronato Epaca della Colidretti ricorda che la rivalutazione delle pensioni non riguarda “gli assegni straordinari a carico dei fondi di solidarietà (es. credito bancario, cooperativo o assicurativo), l’indennità del contratto di espansione, Ape social e isopensione”. A proposito di rivalutazione, la Segretaria nazionale della Uilp Livia Piersanti, nel corso di una giornata di formazione Uilp-Ital sui temi previdenziali, “si è soffermata sulla gravità dei tagli passati e attuali e sull’importanza invece di una equa rivalutazione delle pensioni, rivalutazione che non è un aumento ma il principale strumento per conservare il potere d’acquisto dei pensionati nel tempo. Piersanti ha ricordato che proprio per questi motivi la Uilp sta portando avanti i ricorsi contro il taglio disposto dalla legge di bilancio 2023”. Nella stessa giornata, il Segretario generale della Uilp Carmelo Barbagallo ha evidenziato “la fondamentale importanza della formazione per fornire ai quadri Uilp aggiornamenti sui temi pensionistici utili per una sempre più puntuale assistenza ai nostri iscritti”.



I DATI DELLA COVIP

In un articolo pubblicato sul sito di Itinerari Previdenziali, Michaela Camilleri analizza gli ultimi dati della Covip, relativi al 2023, sui fondi pensione, spiegando che “valutando gli ultimi 10 anni, a fronte di una rivalutazione del Tfr pari al 2,4%, i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4-4,5% per tutte le tipologie di fondi, mentre per le linee bilanciate i rendimenti medi sono compresi tra il 2 e il 3%. Le linee garantite e quelle obbligazionarie si attestano in media vicino allo 0 e le gestioni separate di ramo I dei Pip, che però contabilizzano le attività al costo storico e non al valore di mercato, ottengono un rendimento dell’1,8%. Osservando la distribuzione dei risultati dei singoli comparti tra le diverse tipologie di forma pensionistica e le diverse linee di investimento, tutti i comparti azionari e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto agli altri e al Tfr”.

RIFORMA PENSIONI, I DATI DELLA CISL SCUOLA

Sono stati riaperti i termini per presentare domanda di cessazione dal servizio nel mondo della scuola. La Cisl Scuola ricorda che al netto di quanti entro fine mese presenteranno tale domanda, “saranno 30.992 i pensionamenti del personale scolastico previsti con decorrenza dal 1° settembre 2024. Più nello specifico, si tratta di 21.322 docenti (2.231 per l’infanzia, 6.683 per la primaria, 3.871 per la secondaria di primo grado e 8.536 per la secondaria di secondo grado), 9.154 unità di personale ATA, 459 docenti di religione e 57 educatori. Numeri che sono destinati a salire, anche se non più di tanto vista la scarsa convenienza delle forme di pensionamento anticipato previste nella Legge di bilancio.

LA NOVITÀ PER LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE DEGLI EDILI

Intanto la Fillea-Cgil, in un prospetto che ricorda le novità introdotte nella manovra, ricorda che per gli operai iscritti alla previdenza complementare “è prevista una nuova prestazione, a partire dal 1 gennaio 2024. Il Sistema Bilaterale verserà ai Fondi di Previdenza Integrativa (Prevedi e Previdenza Cooperativa), un ulteriore 1% mensile su tutte le posizioni degli operai che hanno volontariamente scelto l’adesione ai Fondi pensionistici con una propria contribuzione dell’1%. Per cui, oltre alla contribuzione contrattuale che varia da 10 a 20 euro al mese (secondo il livello di inquadramento e le ore lavorate), l’operaio edile che contribuisce con l’1% riceverà un ulteriore 2%: un 1% dall’Azienda e un 1% dal Sistema Bilaterale”. A titolo di esempio viene spiegato che versando 18 euro di contributi al mese di propria tasca ce ne si ritroverà accreditati 54.

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