RIFORMA PENSIONI 2024, L’IPOTESI DEL TFR AI FONDI
Non è detto che alla fine nella Legge di bilancio ci sarà un intervento che “obbligherà” gli italiani a trasferire parte del loro Tfr ai fondi pensione. Tuttavia, non mancano le voci contrarie a tale ipotesi. Simone Ferro, su lavoce.info, evidenzia che a beneficiare di una tale misura alla fine sarebbe lo Stato, visto che i fondi pensione sono tra i principali sottoscrittori dei Btp. L’Usb Pensionati, invece, mette in luce come gli investimenti dei fondi non siano garantiti, al contrario del Tfr. E sottolinea il silenzio di Cgil, Cisl e Uil in materia in quanto dei loro rappresentanti sono presenti nei cda di alcuni fondi pensionistici. Il sindacato di base ricorda, inoltre, quanto sarebbe importante, a fini pensionistici, l’introduzione di un salario minimo legale.
RIFORMA PENSIONI 2024, LE PAROLE DI DURIGON
Intanto, in un un’intervista a La Verità, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon spiega che l’ipotesi allo studio del Governo sarebbe quella di trasferire una parte del Tfr (pari al 25%), ma lasciando poi ai singoli lavoratori la possibilità di confermare o meno tale investimento dopo un periodo pari a sei mesi (in linea con il semestre di silenzio-assenso). La Stampa ha invece pubblicato alcune simulazioni elaborate in esclusiva dal patronato Enasc-Usic dalle quali emerge che con il passaggio al contributivo pieno serviranno almeno cinque anni di contributi in più rispetto al passato per non avere un assegno di importo troppo basso. A essere maggiormente penalizzati saranno i lavoratori autonomi, anche se scegliessero di andare in pensione più tardi.
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