RIFORMA PENSIONI, L’IPOTESI DEI RISCATTI

Nell’attesa che dopo il risultato delle elezioni europee possa diventare più chiaro il quadro politico per l’Italia, sopratutto per quel che riguarda i conti pubblici e la messa a punto della Legge di bilancio, non manca chi cerca di ricordare quelle che sono le formule di anticipo o di agevolazione ai fini pensionistici che attualmente non rischiano di non essere prorogate alla fine dell’anno, dato anche il loro costo limitato, o addirittura pari a zero, per le casse dello Stato. Per esempio, il riscatto dei contributi può avvicinare il traguardo pensionistico, ma ha un costo da sostenere, il che limita quindi l’esborso effettivo aggiuntivo che lo Stato dovrà sostenere per erogare per più tempo l’assegno pensionistico.



RIFORMA PENSIONI, LA PACE CONTRIBUTIVA E LA RITA

Una particolare forma di riscatto è rappresentato dalla pace contributiva, che può consentire di aumentare la propria anzianità contributiva fino a cinque anni per quanti si trovano nel sistema contributivo pieno. Anche in questo caso il costo dell’operazione rende lievemente meno oneroso il costo futuro a carico dello Stato. Da non dimenticare poi, per quanti sono iscritti alla previdenza complementare, la possibilità di ottenere la Rendita integrativa temporanea anticipata, se disoccupati da almeno 24 mesi. In questo caso si può percepire parte di quanto versato nella propria posizione con un anticipo di dieci anni rispetto ai normali requisiti pensionistici. In questo caso per le casse dello Stato non ci sono di fatto oneri da sostenere. 



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