RIFORMA PENSIONI, ADDIO A QUOTA 103

Nella Legge di bilancio 2025 potrebbe non trovare spazio la proroga di Quota 103. Questo, ipotizza il Quotidiano Nazionale, per far spazio a Quota 41, seppur in una versione “light”, cioè con una ricalcolo contributivo dell’assegno, peraltro già previsto per l’attuale Quota 103 che scade a fine anno. La ragione di tale scelta è semplice: una Quota 41 tout court costerebbe troppo, circa 9 miliardi l’anno a regime e “solamente” 4 il prossimo. C’è da dire che una misura di questo tipo potrebbe non essere molto incentivante per i lavoratori, visto che attendendo di maturare i requisiti per la pensione anticipata ex di anzianità (42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne) accederebbero alla quiescenza senza “penalizzazioni”.



I POTENZIALI BENEFICIARI DI QUOTA 41

A poter utilizzare la nuova Quota 41 potrebbero essere coloro che hanno iniziato a lavorare nella seconda metà degli anni Ottanta (sempre che abbiano avuto carriere lavorative non discontinue e che possano far valere qualche anno di riscatto, per esempio per il servizio militare o la laurea). Le donne dovrebbero, quindi, essere la minoranza della potenziale platea beneficiaria della misura. Va comunque evidenziato che per quanto “light”, la Quota 41 con ricalcolo contributivo, che comporta una “sforbiciata” di circa il 15-20% dell’importo dell’assegno pensionistico, ha comunque un costo per le casse pubbliche e dunque prima di poterla introdurre sarebbe necessario avere il “disco verde” del ministero dell’Economia e delle Finanze, cosa non scontata.



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