La riforma pensioni 2025 conterrà pochi cambiamenti. Le risorse finanziarie sono poche e il Governo Meloni ha fatto chiarezza spiegando che al momento la previdenza sociale non è la sua priorità (pur volendo non ci sarebbe abbastanza capienza fiscale). Dunque il prossimo anno varia poco e nulla: rimangono le misure per uscire dal lavoro a 62 anni e si confermano le misure in scadenza al 31 dicembre 2024 (Opzione Donna, Ape Sociale e Quota 103).
Riforma pensione 2025: cosa cambierà il prossimo anno?
La riforma pensioni 2025 avrà pochi cambiamenti, tra cui un aumento irrisorio delle minime (per via della stabilizzazione dell’inflazione e il relativo adeguamento al costo della vita) e la conferma di altre misure più flessibili (come quelle già elencate).
Resta ferma l’idea di Forza Italia sempre più desiderosa di voler portare l’assegno minimo pensionistico a mille euro.
Dalle ultime stime dell’ISTAT l’anno prossimo l’inflazione potrebbe attenersi all’1,6%, insieme ad un aumento – lo ripetiamo irrisorio – del 2,2% previsto per l’anno successivo (2025). E la situazione non si prospetta bene neanche per il 2026, la cui percentuale verrà ridotta all’1,3% (per un totale di 620€ mensili).
Quest’anno l’assegno pensionistico è di 614,77€ e dunque l’aumento tanto discusso sarà di neanche 10€ al mese. Da quando FI insieme all’ex Cavaliere Berlusconi desideravano portarle a 1.000€ sono trascorsi due anni, ma da allora la Legislatura non è mai intervenuta.
Pensioni e CPB
Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha specificato che invece è indispensabile dover riaprire il concordato preventivo biennale se si vuol incrementare l’importo del proprio assegno pensionistico.
Alessandro Cattaneo invece, deputato di Forza Italia, ha ammesso a FanPage di trovarsi in una situazione oggettivamente di difficoltà, dato che le risorse finanziarie per attuare dei cambiamenti alla riforma pensioni 2025 sono terminate.
Si potrebbe pensare piuttosto, a qualche incentivo mirato al reale bisogno: proteggere il patrimonio dei contribuenti, agevolare gli over 75 e mantenere un buon potere d’acquisto per i nuclei familiari.
L’unica aspettativa – almeno per il momento – resta quella di trovare una soluzione per gli over 75 oppure per chi è titolare di un patrimonio personale molto basso (e dunque va protetto).