RIFORMA PENSIONI 2025, L’ANALISI DI SORDI
Come ricorda Giulia Sordi in una articolo pubblicato sul sito di Itinerari previdenziali, tra i vantaggi della previdenza complementare c’è la deducibilità dei versamenti effettuati (entro il limite di 5.164,57 euro l’anno) dal reddito imponibile, consentendo, quindi di poter avere uno “sconto” sull’Irpef da versare. Tuttavia, dai dati Covip relativi al 2023 emerge che ben il 60% degli iscritti ai fondi ha versato contributi inferiori a 1.000 euro l’anno, non godendo, quindi, pienamente del vantaggio fiscale offerto (come complessivamente fa ben l’88% degli iscritti). Solo l’8,9% di loro ha versato tra i 4.500 e i 5.500 euro, mentre il 3,1% ha addirittura superato la soglia dei 5.500 euro (cosa che non consente la piena deducibilità di quanto versato).
RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI FAVA E ZUPPI
Alleanza Verdi-Sinistra ricorda intanto che con la Legge di bilancio approvata dal Governo si ha la conferma che alcune delle promesse dell’Esecutivo, come l’abolizione della Legge Fornero e l’incremento delle pensioni minime a 1.000 euro al mese, restano incompiute. Il tutto quando ormai si è arrivati oltre la metà della legislatura. Il Presidente dell’Inps Gabriele Fava, invece, ha ribadito che i conti dell’Istituto che presiede sono in equilibrio e che “non fallirà mai”. Il Presidente della Cei, il cardinal Matteo Zuppi, ha dal canto suo ricordato l’importanza di un approccio che porti l’Inps a passare dal mero pagamento delle pensioni a un sistema centrato sulla personalizzazione delle prestazioni.
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