RIFORMA PENSIONI 2025, VERSO IL CONFRONTO GOVERNO-SINDACATI

Si avvicina la messa a punto della Legge di bilancio e ancora non si sa quante risorse ci saranno a disposizione per il capitolo della riforma pensioni 2025. In settimana dovrebbe esserci comunque un confronto tra Governo e sindacati dopo che verrà predisposto in maniera definitiva il Piano strutturale di bilancio. Solo dopo che oggi l’Istat renderà noti i conti economici del 2023 l’Esecutivo potrà predisporre il documento completo. In ogni caso Carlo Stagnaro, direttore scientifico dell’Istituto Bruno Leoni, in un’intervista a Formiche.net, spiega che bisognerebbe avere il coraggio politico di tornare nei binari della Legge Fornero e che l’età pensionabile dovrà salire in funzione dell’aspettativa di vita. Questo anche per rendere il sistema previdenziale sostenibile nel lungo termine.



RIFORMA PENSIONI 2025, LE SIMULAZIONI DELLA CGIL

Intanto, mentre attendiamo di capire la riforma pensioni 2025, la Cgil ha fatto i conti sulle conseguenze della misura allo studio del Governo per rendere obbligatorio il trasferimento di una quota del Tfr (pari al 25%) alla previdenza complementare. L’ufficio delle politiche previdenziali del sindacato guidato da Maurizio Landini ha in particolare svolto delle simulazioni dalle quali risulta che un lavoratore che percepisce 30.000 euro lordi di reddito all’anno, tramite “l’obbligo” di destinazione del suo Tfr ai fondi riuscirebbe ad avere una rendita mensile di poco più di 90 euro nel caso oggi abbia 30 anni. Va detto che le simulazioni della Cgil sono state compiute considerando un tasso medio di rendimento dei fondi pari al 3%. In ogni caso per il sindacato tutto questo mostra che la vera misura necessaria è la pensione di garanzia.



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