RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI FAVA

Come ha ricordato il Presidente dell’Inps Gabriele Fava durante un’audizione parlamentare, la spesa pensionistica nel 2023, secondo i calcoli della Ragioneria Generale dello Stato, è cresciuto del 7,4% rispetto all’anno precedente e quest’anno supererà il 16% del Pil. Le ragioni di questo picco sono da ricercarsi sia nell’adeguamento degli assegni all’elevata inflazione, sia a un sistema pensionistico che negli anni passati è stato particolarmente “generoso”, soprattutto per  quel che riguarda il sistema retributivo. Fava ha anche ricordato l’importanza di contribuire allo sviluppo della previdenza complementare. Intanto l’Anp-Cia chiede di modificare Opzione donna e di far sì che anche i lavoratori agricoli possano accedere all’Ape sociale.



LE RICHIESTE FILDA

Al convegno regionale dell’Associazione nazionale pensionati di Confagricoltura del Veneto, tenutosi a Lazise, invece, è stato ricordato come le pensioni siano spesso insufficienti a coprire il costo crescente della vita. Tra l’altro tra gli agricoltori non manca chi, spesso per necessità, continua a lavorare in età avanzata. La Federazione italiana lavoratori dipendenti autonomi, dal canto suo, chiede invece fissare un’età pensionabile, e un coefficiente di calcolo, uguale per tutti con l’eliminazione del requisito minimo di 20 anni di contribuzione e la possibilità di poter scegliere una formula mista pensione/part-time a partire dai 61-62 anni, prevedendo, infine, pensioni minime a 1.000 euro sopra i 70 anni.



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