RIFORMA PENSIONI 2025, LO “SCALONE” EVITABILE

Se con la Legge di bilancio non verranno prorogate le misure di anticipo pensionistico che vanno in scadenza a fine anno (dall’Ape social a Quota 103), c’è il rischio che nel 2025 inizi con uno “scalone” pensionistico, visto che non vi sarebbero più deroghe all’impianto della riforma pensioni della Fornero. Si tratterebbe, tuttavia, di uno “scalone” più virtuale che reale, in quanto le attuali misure di anticipo pensionistico non sono poi tanto utilizzate dagli aspiranti pensionandi. Questo sia per scelte soggettive, come per esempio il non volersi vedere ridotto l’importo del futuro assegno dal ricalcolo contributivo dello stesso previsto da Quota 103, che per impedimenti oggettivi, come il non possesso dei requisiti richiesti.



RIFORMA PENSIONI 2025, L’ALTERNATIVA ALLA LEGGE FORNERO

Resta il fatto che rimarrebbe in vigore il pensionamento anticipato derivante dall’anzianità contributiva pari ad almeno 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall’età anagrafica, che è quello forse più apprezzato dai lavoratori per la mancanza di requisiti particolari (oltre a quello contributivo, che pesa non poco sulle donne) e di penalizzazioni esplicite e implicite per il futuro assegno. Ci sarebbe, quindi, la possibilità di lasciare il lavoro prima de i 67 anni di età (al di là della Quota 41 per i lavoratori precoci), ma solamente per chi ha iniziato a lavorare relativamente giovane. Dunque, più passeranno gli anni, più questo canale, a causa anche dell’adeguamento dei requisiti all’aspettativa di vita, diventerà meno allettante per i lavoratori.



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