RIFORMA PENSIONI 2025, L’ANALISI DI CAZZOLA
Giuliano Cazzola torna a esprimersi contro Quota 41, spiegando che sarebbe uno sconto per chi oggi è vicino alla quiescenza, ma una penalizzazione per chi è più lontano, senza dimenticare che già oggi in taluni casi chi ha maturato 41 anni di contributi può accedere alla pensione. Intervistato da affaritaliani.it, l’ex deputato boccia anche gli incentivi alla permanenza al lavoro che saranno potenziati con la manovra ricordando che già restando al lavoro si ha un guadagno dato dall’aumento del montante contributivo che garantisce un futuro assegno più alto. Quanto poi all’idea di consentire ai dipendenti pubblici di ritardare l’uscita dal mondo del lavoro evidenzia che ciò sembra contraddittorio con la volontà di favorire l’ingresso di giovani nella Pa.
RIFORMA PENSIONI 2025, LA RICHIESTA DI PAGANO
Cazzola critica anche l’aumento delle pensioni minime, ricordando che ciò rappresenta anche un incentivo a evadere i contributi potendo contare sul fatto che sarà lo Stato a integrare l’assegno fino a un certo importo. Intanto Nazaro Pagano, Presidente dell’Associazione nazionale mutilati invalidi civili, dopo il G7 Disabilità ha ricordato che si potrà parlare di vera inclusione solo quando sarà garantita ai disabili una sicurezza economica che passa anche dall’aumento delle loro pensioni. Infine, in un articolo pubblicato su Econopoly, blog del sito del Sole 24 Ore, il commercialista Francesco M. Renne spiega che dalle misure della manovra non si capisce quali siano le intenzioni del Governo visto che restano gli anticipi, ma vi è anche l’incentivazione a restare al lavoro.
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