Le speranze sulle pensioni 2025 si fanno sempre più critiche e disastrose. Come fanno notare quelli di Huffingtonpost per l’Italia l’attuale sistema pensionistico è una “discesa a caduta libera“. L’ipotesi è stata in parte confermata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Il problema confermato in diverse occasioni dallo stesso ministro è di natura demografica. Un sistema che non può essere sostenibile né nel medio ma soprattutto nel lungo periodo. E non solo: dopo l’ultimo report di giugno il Consiglio di vigilanza dell’Inps ha annunciato un bilancio in rosso di –45 miliardi di euro nel 2032.
Pensioni 2025: un bilancio irrecuperabile
Inutile sperare che le pensioni 2025 possa rappresentare un futuro migliore, visto che la spesa pensionistica tenderà inevitabilmente ad aumentare per due motivi: il primo è legato all’invecchiamento della popolazione, e il secondo a causa di misure come Quota 100 introdotte giusto come “contentino”.
L’idea iniziale del nostro sistema pensionistico era anche “nobile”, nei primi periodi. L’obiettivo era quello di supportare le fasce più deboli utilizzando le risorse dei più ricchi. Oggi (ma in verità da un po’ di anni) la realtà è ben diversa: perché a godere di maggiori tutele sono proprio i privilegiati.
A partire dai pensionati degli anni Ottanta che percepiscono quelle che sono state definite come “baby pensioni“, visto che godono di “40 anni di assegni a fronte di 15 anni di contributi pagati).
La sfortuna dei più giovani
Nonostante oggigiorno permanga la Riforma Fornero che permette di uscire dal lavoro a 67 anni d’età, per via di alcune misure diversi lavoratori possono godere del pensionamento in media a 61 anni circa. A ciò si aggiunge la fortuna di aver vissuto un periodo d’oro con un boom economico che dagli anni 2000 ci sogniamo.
E la sfortuna dei più giovani – tra le tante – non è soltanto legata al precariato e alla crisi economica, ma è anche personale. Le pensioni che oggi paghiamo a suon di contributi INPS servono per mantenere le vecchie generazioni (quelle più privilegiate).
Le pensioni pagate oggi sostentano i pensionati di un tempo, ma questo non fornisce alcuna garanzia per il futuro. Se restasse in vigore l’attuale sistema nessuna riforma pensioni 2025 potrà essere realmente sostenibile.