RIFORMA PENSIONI 2025, L’ANALISI DELLA CGIL

Nell’analizzare i contenuti previdenziali della Legge di Bilancio, la Cgil sottolinea che vengono innalzati i limiti ordinamentali delle pubbliche amministrazioni da 65 a 67 anni. Questo avrà dei riflessi anche sui tempi di liquidazione del Tfs/Tfr, che di conseguenza si allungherebbero di due anni. Il sindacato guidato da Maurizio Landini spiega che questo ritardo potrebbe tradursi, per un lavoratore con un reddito medio di 40.000 euro e 43 anni di servizio in una perdita del potere d’acquisto di circa 25.000 euro. Per la Segretaria confederale Lara Ghiglione si andranno, quindi, a creare disuguaglianze nel sistema, senza dimenticare che nella manovra non ci sono di fatto miglioramenti per il futuro previdenziale dei giovani.



RIFORMA PENSIONI 2025, L’ALLARME DELL’ENPAM

A proposito di giovani, il Direttore comunicazione dell’Inps Diego De Felice, nell’ambito della prima edizione del Brand Journalism Festival, ha spiegato che il 2025 per l’Istituto sarà l’anno dedicato a un “progetto giovani”, con l’obiettivo di far maturare nelle giovani generazioni la consapevolezza in termini previdenziali. Intanto l’Enpam lancia un allarme sulle conseguenze che si avrebbero nel caso i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta diventassero lavoratori dipendenti, con il conseguente trasferimento del loro monte contributivo all’Inps: la previdenza di medici e odontoiatri collasserebbe, spiega il Presidente della Cassa Alberto Oliveti. Questo anche qualora a diventare subordinati fossero solo i nuovi medici.



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