RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI GHISELLI
Secondo Roberto Ghiselli, nel nostro Paese con le Leggi di bilancio approvate negli ultimi anni è stata di fatto quasi cancellata la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, dato che le misure di anticipo pensionistico risultano di fatto penalizzanti (come Quota 103) o ristrette a un numero esiguo di potenziali beneficiari (come Opzione donna). L’ex Segretario confederale della Cgil, oggi Presidente del Consigli di indirizzo e vigilanza dell’Inps, intervistato da pensionipertutti.it, evidenzia anche che è stata compromessa, con l’ultima manovra, la flessibilità in uscita per i più giovani, che dovranno rassegnarsi a lavorare fino a 70 anni od oltre se non ci saranno modifiche alla norma che prevede un importo minimo del futuro assegno.
RIFORMA PENSIONI 2025, LE CONSIDERAZIONI SULLA SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA
Ghiselli ritiene anche che il sistema pensionistico italiano sia in equilibrio e che lo resterà anche nei prossimi anni, anche se gli effetti dell’invecchiamento della popolazione si faranno sentire e sarà quindi importante cercare di fare in modo che oltre al numero degli occupati cresca anche la loro retribuzione, di modo che ci siano abbastanza entrate contributive. Da un lato, quindi, una rassicurazione importante, soprattutto perché arriva dal Presidente del Civ dell’Inps. Dall’altro, l’indicazione di una sfida non semplice da vincere, ma che sembra ineludibile per poter effettivamente garantire che in futuro si possano continuare a pagare le pensioni senza troppo ricorrere alla fiscalità generale.
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