Prima di approvare la prossima riforma pensioni 2025 occorre fare delle analisi accurate. La stessa Fornero è intervenuta recentemente sostenendo che in Italia “si va pensione troppo presto, perfino prima della media europea“.

E allora la sua affermazione fa temere che il piano strutturale nel medio termine miri ad allungare l’età pensionabile e a tardare di conseguenza l’uscita dal lavoro. D’altronde la compilazione di questo nuovo documento lo prevede il Patto di Stabilità UE, in cui viene inclusa l’Italia per via del suo enorme debito pubblico.



Riforma pensioni 2025 da rivedere: i rischi che si corrono

La riforma pensioni 2025 finisce sotto la lente di ingrandimento. Il patto di Stabilità dell’UE prende di mira (come l’Italia stessa), i Paesi membri con un deficit del PIL superiore al 3% e del debito PIL più alto del 60%.

La difficoltà dell’Italia sta nel rientro del debito, per la quale è prevista una durata quadriennale con possibilità di estenderla fino a 7 anni. E come prima misura il Governo potrebbe pensare ad abbattere le spese previdenziali allungando l’età pensionabile.



Il recente allarme dal rapporto INPS fa emergere le problematiche che vi sono dietro all’intero sistema pensionistico. Le attuali misure di uscita anticipata complicano lo scenario, redendolo più critico e sempre peggiore.

Il primo indizio è dunque palpabile: allungare l’uscita dal lavoro così da garantire una maggior sostenibilità finanziaria.

Una nuova riforma pensioni “alla Fornero”

L’ipotesi che possa arrivare una nuova riforma pensioni in stile Fornero è sempre più alta. Nell’ideale dell’economista e politica italiana, il principio è sempre lo stesso: rivedere la pensione di vecchiaia e le misure che permettono di uscire anticipatamente dal lavoro (che impattano sul bilancio).



La direzione era chiara già dalla scorsa Legge di Bilancio, quando per ottenere i requisiti per l’accesso ad Ape Social e Opzione Donna si doveva avere un anno e 5 mesi in più rispetto all’età anagrafica originaria.

La prossima riforma pensioni 2025 dunque e quasi sicuramente, prevederà – per ora su base volontaria – l’allungamento dell’età pensionistica (già ipotizzata per i dipendenti pubblici). Più avanti si proverà a tentare la stessa opzione anche per il privato.