RIFORMA PENSIONI 2025, LE PAROLE DI PORTA
Secondo Fabio Porta, la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito la legittimità del blocco parziale delle indicizzazioni attuato dal Governo Meloni nel 2023 e nel 2024 non pregiudica la possibilità di presentare un ricorso alla Consulta contro il blocco delle indicizzazioni per i pensionati all’estero che percepiscono un assegno superiore al trattamento minimo che è stato introdotto dall’ultima Legge di bilancio.
Secondo il deputato del Partito democratico eletto all’estero, infatti, dalla Corte Costituzionale è stato evocato il principio della salvaguardia delle pensioni più basse che non sarebbe rispettato appunto dalla misura che penalizza gli assegni di poco superiori a 600 euro al mese, una soglia piuttosto bassa.
RIFORMA PENSIONI 2025, L’ANALISI DI LANDINI
Sempre a proposito della sentenza della Corte Costituzionale, Maurizio Landini sottolinea che dopo questa decisione i pensionati rischiano seriamente di diventare un bancomat cui attingere con penalizzazioni che durano nel tempo visto che quel che un anno non viene rivalutato poi non rappresenta alcuna base per una futura rivalutazione.
Il Segretario generale della Cgil, ospite della trasmissione diMartedì in onda su La7, ha anche ricordato che tutto questo avviene in un Paese dove ci sono 90 miliardi di euro di evasione fiscale, il cui contrasto dovrebbe rappresentare la versa fonte di risorse cui attingere anziché ricorrere a manovre sull’indicizzazione delle pensioni. Landini ha anche ricordato l’importanza dei referendum della Cgil per contrastare la precarietà.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI