La riforma pensioni 2025 non ha apportato grandi modifiche, ma anche le aspettative prima della sua entrata in vigore non erano alte. L’ente previdenziale ha da appena concluso i conteggi finali da attribuire ai cedolini previdenziali.
Se fino all’anno scorso la perequazione era prevista al 5,4%, oggi la percentuale si abbassa significativamente, non raggiungendo neppure l’1%, ma prevedendo lo 0,8%. L’unico problema resta il conguaglio fiscale, che nei casi in cui è risultato “a debito”, potrebbe comportare anche un azzeramento del cedolino.
Riforma pensioni 2025: come uscire con la vecchiaia
La riforma pensioni 2025 non ha modificato in alcun modo i requisiti per la vecchiaia, i quali rimangono fissi a 67 anni di età. Tuttavia, l’unica variazione – se così si può definire – è relativa ai conguagli fiscali.
Laddove un contribuente abbia goduto di alcune ritenute erariali più alte rispetto a quelle realmente spettanti, allora l’INPS gli imporrà di trattenerle nei cedolini di gennaio e di febbraio (fino al possibile azzeramento della pensione).
Per i pensionati che godono di un trattamento previdenziale fino ad un massimo di 18.000€, e i cui conguagli fiscali risultino superiori a cento euro la rateizzazione massima prevista può arrivare fino a novembre di quest’anno.
Addizionali sul Reddito delle Persone Fisiche
Vanno inoltre considerate le addizionali Irpef che vengono addebitate in rate di ugual importo, prevedendo sia l’acconto 2025 sia il saldo. Le date da tenere in mente sono il periodo compreso tra gennaio e novembre di quest’anno per l’addizionale regionale e quello comunale, e l’acconto che inizia da “marzo”.
Le aliquote vengono proporzionate in base alle percentuali fissate sia dai comuni che dalle Regioni italiane. Qualora venissero apportate delle modifiche ai valori attuali, le addizionali da pagare a saldo saranno rivalutate tra quasi due mesi, a marzo 2025.
I pagamenti delle pensioni vengono garantiti ogni primo giorno del mese e nei casi in cui il giorno di pagamento ricada in un periodo di festa, la cadenza slitta fino al giorno lavorativamente utile.