La riforma pensioni 2025 sta diventando sempre più concreta. Con l’avvicinarsi della fatidica data per la nuova Legge di Bilancio, gli ultimi dibattiti e le ipotesi potrebbero diventare sempre più reali. E la proposta più concreta è anche quello desiderata: far restare tutto per com’è.

Oggi la consapevolezza – rispetto a qualche ipotesi fa – è che non ci sono i fondi sufficienti per trovare nuove misure, dunque la prossima riforma previdenziale è in stallo. La Fornero resta e l’idea principale è quella di allungare l’età pensionabile.



Riforma pensioni 2025: le spese sono troppo alte

Per attuare una riforma pensioni 2025 diversa da quella che conosciamo occorrerebbe aumentare il gettito fiscale. Eppure, le spese al momento sono eccessive e in Legge di Bilancio non c’è nessuna manovra che permette di introdurre nuove misure (anche quelle in scadenza sono potenzialmente a rischio).



Tra il taglio del cuneo fiscale e gli incentivi welfare per aziende e famiglie, i costi aumentano vertiginosamente. Ed è anche per questo motivo che le pensioni sono passate in secondo piano (non sono più una priorità).

Il problema del sistema previdenziale è che – come è emerso dal rapporto INPS – in Italia si va in pensione troppo presto se paragonata alla media europea (64,2 anni effettivi nonostante per la vecchiaia ce ne vogliano 67), e anche aumentare gli assegni sarebbe improbabile.

A fronte di ciò è comprensibile che occorre trovare nuove risorse finanziarie per rivoluzionare l’intero sistema.



Cosa aspettarci oggi dalla riforma pensioni 2025?

La soluzione migliore sarebbe quella di confermare le attuali misure in scadenza (Opzione Donna, Ape Social e Quota 103). Quella di maggior impatto economica rimane comunque Ape Sociale, anche se negli ultimi anni è stata poco richiesta in quanto non converrebbe (visto che vede il calcolo di tipo contributivo).

Anche Opzione Donna vede una platea molto ridotta, visto che è destinata ad un pubblico specifico: donne coinvolge in aziende che sono in crisi d’impresa, per caregiver e donne che hanno subito il licenziamento.