RIFORMA PENSIONI 2025, LA POLEMICA SULLE MINIME

Mentre l’Inps certifica che nel 2023 sono state erogate quasi 4,8 milioni di pensioni inferiori ai mille euro al mese, non si placano le polemiche sull’aumento delle minime di circa 3 euro al mese varato dal Governo nella Legge di bilancio. Il Senatore di Avs Peppe De Cristofaro lo definisce il dato più imbarazzante della manovra, mentre la Premier Giorgia Meloni evidenzia che senza il peso del Superbonus sui conti pubblici, pari a 38 miliardi per il 2025, si sarebbero potute aumentare le minime di 20.000 euro. E c’è anche chi ricorda ad Andrea Orlando, candidato alle regionali liguri per il centrosinistra, che se ora si scandalizza per l’importo dell’aumento delle minime non ha fatto nulla sul tema quand’è stato ministro del Lavoro nel Governo Draghi.



RIFORMA PENSIONI 2025, LA NORMA SUI PENSIONATI ALL’ESTERO

Restando alle misure della manovra, sembra che dall’indicizzazione degli assegni resteranno esclusi, solo per il 2025, i pensionati residenti all’estero, tranne coloro che percepiscono la minima. Intanto dallo Spi-Cgil di Forlì si sottolinea che nonostante Quota 103, Opzione donna e le altre misure di anticipo pensionistico varate, nel nostro Paese si continua ad andare in quiescenza piuttosto tardi. Il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Maiorano, invece, ha depositato alla Camera una proposta di legge finalizzata a riaprire i termini per la presentazione delle domande di pensionamento anticipato per i lavoratori esposti all’amianto per un decennio. Resta da vedere se ci sarà un seguito e una trasformazione in legge effettiva.



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