Le decisioni sulla Riforma pensioni 2025 cominciano ad essere più concrete. Con l’avvicinarsi della manovra di bilancio il Governo è costretto a dover stringere il cerchio e tirare le somme. Qualche novità è emersa dopo un incontro informale tra sindacati e Governo avvenuto a Palazzo Chigi.

All’incontro è stato rivisto – in modo informale – il possibile Piano Strutturale che andrà presentato in Parlamento martedì 8 ottobre, proprio qualche giorno prima del Consiglio dei ministri che invece si terrà il venerdì mattina seguente (11 ottobre).



Riforma Pensioni 2025: nessun cambiamento (o quasi)

Sulla Riforma pensioni 2025 il Governo fa un dietrofront e segue quanto ricordato in diverse occasioni dal ministro Giancarlo Giorgetti che ha raccomandato in diverse occasioni di mantener un approccio “responsabile e prudente“.

A differenza delle supposizioni emerse precedentemente, come il probabile stop alla perequazione, l’incontro informale tra Governo e sindacati avrebbe smentito questa ipotesi pensando di attuare la rivalutazione al 100% all’inflazione (indipendentemente dall’importo sull’assegno pensionistico).



Sulla riforma pensioni della Fornero invece, decadono tutte le speranze di chi anche solo per un attimo ha creduto di non trovarla più nella prossima manovra. Abrogarla significherebbe penalizzare gran parte dei lavoratori con altrettante riduzioni sull’assegno previdenziale.

Maurizio Landini, leader della Cgil, ha spiegato ai cittadini italiani – post incontro – che:

Sulle pensioni non intendono cambiare assolutamente nulla di quello che già c’è, quindi vuol dire non solo che non viene superata la Fornero, ma che tutto ciò che di peggio è stato fatto in questi anni viene confermato.



Anche Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale dell’Unione Italiana del Lavoro, ha dato forza alle supposizioni di Landini, sottolineando come Opzione Donna resti ma in modo penalizzante, mentre le altre misure richieste dai partiti (come Quota 41 Light proposta da Matteo Salvini e Claudio Durigon) saranno bocciate.
Sulla riforma pensioni 2025 non è tutto così pessimistico come ci potremmo immaginare. Infatti la buona notizia è che quasi sicuramente il Governo non toccherà l’indicizzazione di ciascuna pensione (indifferentemente dall’importo previdenziale).

Uil e Cgil lotteranno fino a quando il quadro della futura riforma pensioni 2025 non si presenti in modo migliore, dato che quest’unica notizia – seppur positiva – non è sufficiente.