RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI DELLA COVIP

Nella manovra è stato previsto l’ampliamento del cosiddetto bonus Maroni, che verrà destinato a quanti decidono di restare al lavoro pur avendo i requisiti per l’accesso alla pensione, non solo nel caso di Quota 103. Intanto la Commissione di vigilanza sui fondi pensione ha reso noto che alla fine dello scorso anno l’attivo totale delle casse di previdenza nel nostro Paese ammontava a 114,1 miliardi di euro, con una crescita del 9,9% rispetto al 2022. Negli ultimi dieci anni la crescita delle risorse del settore è stata di 48,4 miliardi di euro, pari mediamente al 5,7% annuo. L’ammontare dell’attivo del 2023 delle casse previdenziali rappresenta il 5,4% del Pil, con una quota di investimenti domestici pari al 38,6% (44 miliardi di euro).



RIFORMA PENSIONI 2025, IPOTESI DI REVISIONE DELLA RITA

La Covip suggerisce una revisione delle forme di liquidazione per incentivare la previdenza complementare, magari con una rendita temporanea e non vitalizia, ma dando anche la possibilità di far ereditare agli aventi diritto il capitale non ancora prelevato in caso di premorienza dell’iscritto. Sempre in ambito di  previdenza complementare, come spiega Giulia Sordi del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, sembra che la Rendita integrativa temporanea anticipata possa essere modificata per fare in modo che non possa essere attivata da chi si trova in pensione. La Fnp-Cisl, invece, ricorda che il 31 ottobre scade il termine per dichiarare i redditi da lavoro autonomo conseguiti nel 2023 per i titolari di pensioni soggetti al divieto di cumulo parziale.



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