RIFORMA PENSIONI, GLI SPAZI CHIUSI PER QUOTA 41
Le ripercussioni del voto europeo sui mercati dei titoli di stato, con il rialzo dei loro rendimenti, non rappresenta certamente un segnale positivo per quanti sperano che nella prossima Legge di bilancio si possano trovare risorse per misure relative alla riforma delle pensioni. Infatti, rischia di aumentare il costo del rifinanziamento del debito che andrebbe quindi a togliere risorse alle altre voci di spesa. Sembra, quindi, sempre più difficile che possa trovare spazio nella manovra Quota 41, anche con il ricalcolo contributivo dell’assegno, che rappresenterebbe di fatto un ampliamento dell’attuale Quota 103 e, proprio per questo, richiederebbe più risorse di quelle finora impiegate. Resta da capire se almeno verrà prorogata l’attuale Quota 103.
RIFORMA PENSIONI 2024, L’IPOTESI DI QUOTA 104
Non è da escludere che si passi a Quota 104, anche se questo rappresenterebbe di fatto un passo indietro e non uno in avanti verso la flessibilità. Approvarla equivarrebbe ad ammettere di non essere in grado di aumentare la possibilità di accedere anticipatamente alla pensione, ma potrebbe comunque consentire di mantenere il requisito contributivo a 41 anni (già presente nell’attuale Quota 103), alzando quello anagrafico da 62 a 63 anni. Ovviamente andrebbe poi l’anno successivo varata la vera e propria Quota 41, ma appare una missione quasi impossibile, stante la necessità, messa nero su bianco nel Def di aprile, di ridurre ulteriormente il deficit/Pil, che verrà probabilmente rafforzata dalla procedura d’infrazione che verrà aperta nei confronti dell’Italia la prossima settimana.
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