La riforma pensioni colma di novità, potrebbe essere resa valida nel 2025. Queste sono le supposizioni di Marina Calderone, ministra del lavoro, che reputa di poter rendere strutturale alcune misure specifiche, come Quota 41, ancora oggi “troppo restrittiva”.

Il maggior problema è relativo alle coperture, ancora oggi “insufficienti” per poter rendere le misure strutturali. Le disposizioni sarebbero dovute esser state pubblicate già nel 2024, ma la Legge di Bilancio non ha trovato un accordo tale per poter riuscirci, motivo per cui slitta – probabilmente – nel 2025.



Riforma pensioni nel 2025? Ancora incertezze

La riforma pensioni più strutturale, potrebbe aver luogo nel 2025. Ricordando le parole iniziali della Premier Giorgia Meloni, potremmo già supporre le difficoltà che si celano nella promulgazione di un provvedimento più stabile:

La riforma previdenziale va costruita con equilibrio: il sistema migliore possibile ma uguale per tutti”.



Uno degli obiettivi sempre più ferrei tra i piani del Governo è la pianificazione di una Quota 41 maggiormente stabile. Si tratta della misura che permette di uscire dal lavoro indipendentemente dalla propria età, ma tenendo in considerazione soltanto i contributi versati (minimo 41 anni).

Mantenendo lo stesso schema si avrebbe una penalizzazione importante, ovvero un importo molto più ridotto a causa del sistema contributivo. Per evitare che ciò accada, il Governo vorrebbe optare per un’alternativa all’uscita anticipata.

Prospettive e alternative per il 2025

La previsione più auspicabile è quella di ridurre il deficit pubblico per poi nel 2025, introdurre misure meno penalizzanti (evitando come è accaduto con l’attuale Quota 41).



Nel caso in cui il Governo non riuscisse a regolarizzare e sanare i suoi debiti, si potrebbe pensare ad estendere per un altro anno Quota 103. Una soluzione riportata da Ilsole24Ore, anche se ci auguriamo che tutto vada secondo i piani iniziali.

Un’altra supposizione – realistica – potrebbe essere quella di introdurre Quota 104, già nota per altro, nelle prime bozze della manovra finanziaria del Governo Meloni.