Il tempo per prendere una decisione sulla riforma pensioni 2025 stringe. Il Governo sembrerebbe essere intenzionato a promuovere e prorogare Quota 103, Ape Social e aggiornare l’edizione del “Bonus Maroni” consentendo degli incentivi a chi vuol restare sul lavoro pur avendo maturato i requisiti per uscire dal lavoro.
Potenziare il Bonus Maroni equivale a fare il possibile per convincere i lavoratori a restare in servizio (piuttosto che godersi il pensionamento). Per farlo inizialmente il Governo aveva pensato a scontare una parte della quota contributiva, ma questa soluzione non avrebbe convinto la maggioranza.
Riforma pensioni 2025: qual è l’ipotesi più concreta?
La riforma pensioni 2025 potrebbe contenere un vantaggio fiscale non indifferente. Piuttosto che l’applicazione del solo sconto contributivo (come pensato inizialmente dal Governo), Giorgetti potrebbe introdurre una esenzione totale dei contributi a carico del lavoratore, oppure una specie di detrazione potenziata.
L’esecutivo spiega che la detrazione potrebbe tradursi in un forte sconto fiscale che andrebbe ad abbattere le imposte Irpef. Questa possibilità verrebbe estesa non solo a coloro che hanno maturato i requisiti per Quota 103 ma anche per chi ha versato 42 anni e 10 mesi di contributi INPS.
Infine, si pensa ad accantonare una parte del fondo TFR per far spazio alle pensioni complementari, consentendo ai lavoratori di poter percepire in futuro un assegno più ricco e adeguato al costo della vita.
Pensioni minime e massime
La riforma pensioni 2025 – per volontà di Forza Italia – dovrebbe contenere un importo minimo maggiorato, così da poter garantire a chi ha versato pochi anni di contributo, una somma dignitosa. In Italia infatti non esiste “un minimo” e “un massimo”.
Ci sono casi – seppur rari – dove la pensione si può aggirare a qualche centinaia di euro e altre situazioni dove gli assegni sono come “oro colato”, tanto che possono arrivare a superare i 10.000€ mensili.
In virtù del fatto che in Italia non esiste alcun importo minimo, esistono delle misure che vanno ad incrementare l’assegno irrisorio: dalla rivalutazione straordinaria all’integrazione al trattamento minimo, fino ad arrivare alla possibilità di cumulare l’importo con l’assegno sociale.