La riforma pensioni nel 2025 potrebbe essere attuata a stretto giro: la scadenza per presentare il piano strutturale di bilancio è oramai prossima (entro il 20 settembre dovrà essere ricevuto da Bruxelles).

Mentre Giorgetti ricorda che è “impossibile concretizzare le attuali ipotesi pensionistiche), c’è chi crede che possano esserci delle soluzioni che ancor prima di metà settembre possano essere realmente concretizzate.



Riforma pensioni 2025: le 3 ipotesi più plausibili

Sulla riforma pensioni 2025 i rumors sono molteplici. A fronte del debito pubblico italiano (nonostante il gettito fiscale decente del 2023) il Ministero dell’Economia e delle Finanze si ritiene convinto di non dover liberare molte risorse finanziarie.

Le sue parole a tal proposito sono state chiare:



Con questa denatalità è impossibile pensare ad aumentare la spesa pensionistica, né nel breve e neppure nel lungo periodo.

Rispetto alle intenzioni originarie di introdurre Quota 41 Light (proposta dalla Lega) e di garantire l’uscita anticipata soltanto a specifiche categorie di settore (come le forze armate), la stretta sulle misure anticipate potrebbe essere ancora maggiore.

L’errore di introdurre nuove quote

Forza Italia si dice contraria all’introduzione di nuove quote (come la 41 Light), che comporterebbe soltanto un aumento di spesa e una riduzione dell’assegno previdenziale (di circa il 20%).



Piuttosto l’intenzione del partito politico è quella di promuovere l’innalzamento delle pensioni minime, le cui risorse potrebbero lasciar spazio fino ad un massimo di 650 euro al mese (contro i mille a cui ambisce FI).