LE PAROLE DI GIUGNI (CNA PENSIONATI)
Cna Pensionati esprime un parere positivo sul documento predisposto dalle commissioni finanze di Camera e Senato sulla riforma fiscale. Come riporta rovigooggi.it, il Presidente nazionale Giovanni Giugni ha spiegato infatti che “non è affatto scontato constatare proposte che potenzialmente potrebbero portare importanti novità per i pensionati, soprattutto considerando che due principali obiettivi dell’intento riformatore sono stati individuati nella crescita economica e nella semplificazione, al netto del richiamo al mantenimento e alla salvaguardia di adeguati standard di finanziamento del welfare”. Dal suo punto di vista, inoltre, intervenire sull’Irpef significa farlo anche sulle pensioni. Giugni sottolinea anche che “all’Iva invece vengono dedicate poche righe, in cui però è presente una volontà di semplificazione e di prendere in considerazione la riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata. Anche in questo modo si potrebbe un po’ alleviare il caro spesa che subiscono i percettori di pensione.”
DATI UPB SU SPESA PENSIONI
in attesa di trovare una riforma strutturale delle pensioni che possa condurre la crisi previdenziale (e di cassa) Inps verso un orizzonte migliore, i dati dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio presentato stamane delineano scenari piuttosto netti da qui fino al 2070. “Cambiamenti nelle proiezioni di medio-lungo periodo della spesa pensionistica in Italia”, è il report realizzato da Upb che mostra come «tutte le curve sull’andamento dell‘incidenza della spesa pensionistica in Italia sul PIL dal 2015 al 2070 – rispetto ai cinque scenari base – convergono su un’incidenza di lungo periodo compresa tra il 13 e il 14 per cento nel 2070». Ul continuo – ma comunque differenziato – aumento dell’incidenza della spesa pensionistica sul PIL fino al 2035-2045, considera il Rapporto Upb, «è guidato principalmente dal pensionamento delle coorti di baby boomers con assegni calcolati per una quota rilevante ancora con il criterio retributivo». Andrà atteso il 2040 per vedere esaurirsi i percettori di assegni retributivi mentre all’incirca il 2060 segnerà le pensioni in erogazione tutte con calcolo contributivo. (agg. di Niccolò Magnani)
LE ISTANZE DEL CODS
In un post pubblicato sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social di cui è amministratrice, Orietta Armiliato ricorda che “le lavoratrici, a causa della discontinuità lavorativa imposta dall’esercizio continuo e quotidiano del welfare familiare informale, hanno difficoltà a raggiungere gli anni di contribuzione necessari a traguardare il trattamento dovuto di diritto ai lavoratori di collocarsi a riposo. Solo con il riconoscimento e la conseguente valorizzazione del lavoro di cura domestico ordinario che non è (e non deve essere) connesso esclusivamente alla maternità, si colmerebbe almeno in parte il vuoto contributivo creato da un sistema che, da sempre, ha dato per scontato ciò che scontato non è”. Armiliato riprende quindi un’istanza che il Cods porta avanti da diverso tempo in tema di riforma pensioni ed evidenzia che sarebbe ora che si ponesse rimedio “legiferando subito in modo che il nostro ordinamento previdenziale contempli per le donne, norme eque ed adeguate”.
LE INIZIATIVE PER ILLUSTRARE LE NOVITÀ
Come ricorda andria.news24.city, la Flai-Cgil Bat ha in programma una serie di incontri per discutere di temi importanti, che riguardano anche la riforma delle pensioni. Il Segretario generale Flai-Cgil Bat Gaetano Riglietti ha spiegato che “in questi mesi passati, tutt’altro che semplici, abbiamo fornito assistenza nonostante le difficoltà, a tantissime lavoratrici e lavoratori del settore agricolo, sfruttando la tecnologia, ma ciò che noi preferiamo è il contatto umano, perché siamo un ‘sindacato di strada’ e quindi con un piano di assemblee torniamo a parlare con i lavoratori e le lavoratrici e a guardare loro negli occhi, ascoltando i problemi che vivono quotidianamente e provando insieme a trovare delle soluzioni. Oltre al settore agricolo che non ha conosciuto nessuno stop ci sono purtroppo invece altri comparti come pesca, industria alimentare, artigianato alimentare, ecc. dove sono state avviate da parte delle aziende richieste di periodi di cassa integrazione nei mesi di pandemia e anche su questo fronte abbiamo necessità di incontrare i lavoratori e le lavoratrici”.
RIFORMA PENSIONI, L’ACCORDO IN DANONE
Come spiega il sito della Cisl di Milano, è stato sottoscritto un importante accordo nel settore agroalimentare nel gruppo Danone, con sede in via Farini nel capoluogo lombardo. “Riconfermato lo strumento dell’isopensione, che offre la possibilità di beneficiare da parte delle persone interessate di una provvista economica mensile messa a disposizione dall’azienda fino alla maturazione del diritto alla pensione. La novità rispetto alle precedenti intese è che le parti, facendo leva sulle ultime novità legislative, hanno condiviso di estendere questa opzione fino ad un periodo massimo di 7 anni. In questo modo i lavoratori e le lavoratrici a cui mancano sino a 7 anni alla pensione potranno contare su un reddito certo fino al momento del congedo, unitamente ad una copertura assicurativa sanitaria garantita dall’accordo”.
LE PAROLE DI DE FALCO
Il Segretario generale della Fai-Cisl di Milano Metropoli, Gennaro De Falco, spiega che il suo sindacato “vanta in Danone una consolidata rappresentanza sindacale. In un momento economico così complicato, l’accordo sull’isopensione, con questa particolare estensione temporale, dimostra per l’ennesima volta la capacità delle parti di individuare soluzioni di assoluta qualità, lungimiranti e socialmente sostenibili”. Il sindacato spiega che “per cogliere al meglio le opportunità delle attuali norme e per consentire al maggior numero di persone interessate di poter usufruire dello strumento, l’accordo ha una durata triennale, in modo tale che anche chi raggiungerà il requisito dei 7 anni mancanti alla pensione entro l’agosto del 2023, alla sua maturazione potrà essere collocato in isopensione”.
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