QUOTA 100 E PENSIONE ANTICIPATA A CONFRONTO

Per chi nel 2021 raggiunge 62 anni di età e 40 anni di contributi conviene andare in pensione con Quota 100? Se lo è chiesto un contribuente, a cui ha dato una risposta la Fondazione studi consulenti del lavoro. L’anno prossimo potrebbe andare in pensione anticipata essendo invalido all’80 per cento dal 2004, quindi maturerebbe il diritto con un beneficio di due mesi di anticipo ogni anno. Ma visto che fruisce del sistema misto, dal punto di vista dell’importo della pensione quale sarebbe per lui la soluzione più conveniente? Il metodo di calcolo delle pensioni con Quota 100 è lo stesso di quello per la pensione anticipata ordinaria, quindi non ci sono variazioni. Ma attivando il beneficio ex L. 388/2000 potrà vedere riconosciuto “anche un incremento sulle quote retributive aumentando il valore della pensione”, riporta Repubblica. Inoltre, con la pensione anticipata ordinaria non si è sottoposti al divieto di cumulo, “altrimenti attivo con Quota 100 fino al compimento dell’età della pensione di vecchiaia”. (agg. di Silvana Palazzo)



RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE ADEPP

L’Adepp, l’associazione degli enti di previdenza privati italiani, ha inoltrato ai ministeri del Lavoro e dell’economia il report relativo alla richieste delle indennità da 600 euro presentate dagli iscritti. Come illustra Il Sole 24 Ore, complessivamente sono arrivate 481.629 domande, di cui 451.715 ammesse e 8.177 ancora in lavorazione. Il problema è che i fondi riescono con i loro 200 milioni di euro a coprire 333.333 soggetti e mancano pertanto circa 70 milioni di euro per coprire tutte le richieste. Sono però rimasti esclusi dai bonus, come da disposizione, i titolari di pensioni dirette e indirette. Adepp segnala però che così sono stati penalizzati gli iscritti “alle Casse nate con il Dlgs 103/1996, nella maggior parte dei casi, trattandosi di enti ‘giovani’, le pensioni sono mini e la sopravvivenza è garantita dalla possibilità di lavorare; la maggior parte dei loro pensionati attivi, infatti, ha una pensione largamente al di sotto dell’assegno sociale”.



L’ATTESA PER LE RISORSE

Per questa ragione non mancano Casse che hanno intenzione di intervenire per aiutare chi è rimasto escluso dall’indennità, ma i costi di tale operazione rischiano di essere alti, soprattutto considerando che la Casse versano un’imposta del 26% sui rendimenti. Per questo l’Adepp ha chiesto “di non far partecipare questi aiuti alla formazione del reddito”. Le Casse hanno chiesto anche chiarimenti sui tempi con cui riceveranno indietro quanto “anticipato” con l’operazione dei 600 euro, anche perché, considerando le proroghe al versamento dei contributi concessa agli iscritti, rischiano di restare senza liquidità.

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