IL RICONOSCIMENTO CHIESTO DALLA CNA PENSIONATI

Mariarosa Battan ha spiegato a tgplus.it il perché della richiesta della Cna Pensionati di Treviso, indirizzata alla Regione Veneto, di integrare le pensioni minime per portarle a mille euro. Per la vicepresidente nazionale della Cna Pensionati si tratta di “un riconoscimento a quanto viene fatto dalle generazioni più anziane ed anche uno strumento di welfare nei confronti dei cittadini. Le chiusure hanno impedito le interazioni anche all’interno delle famiglie al punto da rendere gli anziani ancor più soli e con possibilità di indipendenza molto limitata anche per questioni ordinarie. Un supporto in tal senso può essere utile”. Intanto, come ricorda il sito del Sole 24 Ore, banche e sindacati hanno raggiunto un accordo per le aperture delle filiali durante la fase 2, con la possibilità di far entrare un cliente per ogni bancario presente. È stato stabilito che “in occasione di giornate particolari, come quelle in cui è previsto il pagamento delle pensioni”, si potranno adottare particolari flessibilità dell’orario di sportello.



I RISCHI PER LE DONNE

In un articolo su Repubblica viene ricordato che, in base alle analisi di Istat e Confcommercio, “il coronavirus sta riequilibrando redditi e risparmi a favore del lavoro dipendente e dei pensionati”. Quest’ultime, infatti, sono le categorie che stanno subendo minori ripercussioni sui loro redditi. Anzi, hanno visto scendere i propri consumi e quindi aumentare i risparmi. Tuttavia, come sottolinea un documento realizzato dal coordinamento delle Politiche di genere della Filctem-Cgil, la ripartenza dopo il lockdown rischia di presentare un conto salato per le donne. “Saranno le donne, insieme ai vecchi e bambini, a pagare in termini di reddito e condizioni di vita e di lavoro il prezzo più alto della pandemia”, spiega il documento sindacale, come riportato da Askanews. Ecco allora la necessità di creare “una società più etica e capace di pensare al lavoro 4.0 senza discriminazioni, per un’equità e un sostegno alla lotta a quel gender gap che rischia di pesare sempre più sulle donne facendole arretrare o addirittura uscire dal mercato del lavoro, con minori entrate, pensioni più basse e carichi familiari ancora più esclusivi”.



LA LOTTA DEGLI ESODATI NON SI FERMA

Il Governo lavora al varo del decreto rilancio che, come ha ribadito anche Antonio Misiani nel corso della trasmissione Fuori TG in onda su Rai 3, si pone l’obiettivo di aiutare famiglie e imprese in condizioni di sofferenza e difficoltà. Parole che fanno però chiedere a Gabriella Stojan, sulla pagina del Comitato 6.000 esodati esclusi, “se gli esodati e le loro famiglie per questo governo non sono abbastanza in condizioni di sofferenza e di difficoltà dopo più di 8 anni (non 2 mesi) senza reddito e senza pensione??? Questo Stato ci ha già ridotto all’elemosina: ora spera che il Covid ci seppellisca? Ripetiamo la domanda: gli esodati sono i ‘fratelli e sorelle della stessa Italia’ di cui parla il Presidente Conte o sono i ‘figli della serva… i figli di un dio minore’?”. Ricordiamo infatti che ci sono ancora circa 6.000 persone che da dopo la riforma pensioni targata Fornero attendono di poter accedere alla salvaguardia come gli altri esodati che sono riusciti a utilizzare gli otto provvedimenti finora varati a loro tutela.



RISCHIO TAGLI PENSIONI A OTTOBRE

Nell’intervista esclusiva al Sussidiario.net, il giornalista ex Europeo ed exinviato negli Usa Mauro Suttora non delinea un futuro roseo per le pensioni degli italiani, per il Governo e anche per lo stesso Presidente del Consiglio: «Scommetterei 50 euro che Conte supera giugno, 10 euro che arriva a settembre, ma non un centesimo sul vederlo in ottobre ancora a Palazzo Chigi», spiega il giornalista sulle nostre pagine, per un motivo molto semplice «Perché arrivano le scadenze fiscali. Allora si vedrà che lo Stato non ha più soldi e quindi avrà difficoltà a pagare gli stipendi degli statali e le pensioni». Un nuovo 2011 con l’arrivo di Monti – con relativa riforma pensioni, tagli spese etc.. – potrebbe essere dunque il futuro prossimo del nostro Paese? Secondo Suttora la probabilità purtroppo esiste: «A quel punto, potrebbe succedere a Conte quello che è capitato a Berlusconi nel 2011: cacciato a furor di popolo». (agg. di Niccolò Magnani)

RIFORMA PENSIONI, LA DOMANDA PER ISOPENSIONE ONLINE

Come ricorda il sito di Ipsoa, da lunedì è stato reso “disponibile un servizio online che consente, alle aziende con più di 15 dipendenti, di inviare la domanda di isopensione per i lavoratori prossimi alla pensione e che possono godere delle prestazioni di esodo dei Fondi di solidarietà previste dalla riforma Fornero”. C’è da ricorda che “il 2020 è l’ultimo anno nel quale si potrà chiedere la prestazione con una finestra di 7 anni dalla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata ordinaria (dal 2021 questa finestra sarà ridotta infatti a 4 anni). La domanda può essere inviata anche in modalità massiva, con la possibilità di stampare la lettera di certificazione”.

IL MESSAGGIO INPS

Sul tema l’Inps, tramite il messaggio n. 1863 dello scorso 5 maggio, ha spiegato che “la Struttura Inps territorialmente competente visualizza la domanda telematica nella procedura ‘WebDom’ e procede alla relativa istruttoria e definizione senza attendere il documento cartaceo che, pertanto, non deve più essere inviato”. Inoltre, sarà “possibile consultare lo stato e l’esito delle domande trasmesse” e anche “il lavoratore stesso, interessato all’adempimento, dopo aver effettuato l’accesso in ‘MyINPS’, può consultare la domanda e la ricevuta accedendo al servizio ‘Domanda di Prestazioni pensionistiche: Pensione, Ricostituzione, Ratei maturati e non riscossi, Certificazione del diritto a pensione’ e inserendo nel campo di ricerca testuale del portale www.inps.it la dicitura ‘Prestazioni pensionistiche’”.