LE PAROLE DI PACIFICO (ANIEF)
Secondo Marcello Pacifico, “non è più ammissibile che per riscattare gli anni di laurea occorre fare un mutuo che se va bene varia tra i 20 e i 45 mila euro. Le verità è che quei soldi li deve pagare lo Stato: i lavoratori si formano a loro spese per lavorare, perché devono pagare due volte per ricevere pure assegni in media del 40% più bassi dell’ultimo stipendi, appena superiori a mille euro al mese?”. Come riporta orizzontescuola.it, il Presidente nazionale dell’Anief evidenzia che “il riscatto gratuito servirebbe in molti casi ad anticipare l’uscita dal lavoro, che nella scuola, dove sono in servizio i docenti tra i più vecchi del mondo, è diventata anche una necessità con effetti benefici sulla didattica”. Secondo il sindacalista, una misura di riforma pensioni che portasse alla gratuità del riscatto della laurea sarebbe molto importante per il mondo della scuola, dove “le patologie da burnout sono altissime e c’è un’incidenza tumorale molto più alta rispetto ai lavoratori di altri comparti pubblici e privati”.
OPZIONE DONNA E CAOS GUERRA: IL NODO PENSIONI
Dopo l’annuncio fatto ieri dal Ministro Orlando per la giornata internazionale della donna, ha riacceso qualche speranza per una ripresa “a breve” del tavolo sulla riforma pensioni atteso ormai da un mese.
Il pensionamento anticipato con Opzione donna è stato prolungato dall’ultima Manovra di Bilancio fino al 31 dicembre del 2022, ma con le parole del Ministro del Lavoro si è ormai certi che una “strutturalità” della misura sarà implementata nella prossima riforma. Come spiegano i calcoli del “Sole 24 ore”, nel solo 2022 saranno 17mila lavoratrici – su un totale di 29.500 in possesso dei requisiti richiesti – che dovrebbero usufruire dell’Opzione Donna per uscire prima dal mondo del lavoro. Il problema della guerra oltre a fermare molti altri dossier aperti del Governo ha inevitabilmente congelato ogni azione sul fronte previdenza: Orlando ha promesso una ripresa in breve anche perché le scadenze del DEF impongono una accelerazione da parte dell’esecutivo sull’impianto della prossima riforma previdenziale. Come anticipa “Il Sole”, i sindacati hanno chiesto una ripresa della trattativa sulle pensioni «che potrebbe ora sbloccarsi entro metà marzo». (agg. di Niccolò Magnani)
LA CIRCOLARE INPS SU QUOTA 102
Come ricorda Il Sole 24 Ore, l’Inps ha fornito i primi chiarimenti su Quota 102, la misura di riforma pensioni introdotta per il solo 2022, tramite una circolare diffusa ieri. Le caratteristiche di Quota 102 sono sostanzialmente identiche a quelle di Quota 100, eccezion fatta per il requisito anagrafico di accesso innalzato da 62 a 64 anni. “Quanto alle prime decorrenze utili, Inps specifica che per i lavoratori del settore privato non potrà essere anteriore al 1° maggio, mentre potrà decorrere dal 2 aprile nel caso di assicurati in una gestione esclusiva (come il fondo dei dipendenti postali). Per i pubblici dipendenti la decorrenza non potrà arrivare prima del 2 luglio per chi è assicurato a ex Inpdap o altra gestione esclusiva, ovvero del 1° agosto nel caso di trattamento erogato dal fondo pensione lavoratori dipendenti o gestione diversa da ex Inpdap. Per i dipendenti del comparto scolastico e Afam restano validi gli accessi previsti dal 1° settembre o novembre di ciascun anno”.
LE PAROLE DI CAMUSSO
Susanna Camusso, in un’intervista allo speciale Economia del Corriere della Sera dedicato al lavoro delle donne, ricorda che in Italia si segue ormai come unico faro “la concorrenza, il profitto, ma l’idea che qualunque miglioramento della società venga dall’impresa e dalla libera concorrenza annulla una funzione fondamentale dello Stato”. L’ex Segretaria generale della Cgil evidenzia in particolare che “abbiamo riservato sulle donne i servizi e il lavoro di cura senza dar loro nulla in cambio. Anzi, con l’applicazione del vincolo europeo sulle pensioni, ci eravamo prodigati in promesse. Ci ritroviamo con le pensione adeguate, i servizi inesistenti e il lavoro di cura che resta sulle spalle delle donne senza alcun riconoscimento contributivo”. Intanto ilcorrierino.com segnala che Cgil, Cisl e Uil Campania, in collaborazione con Anpal Servizi, hanno raccolto dati sulle forti disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro “che concorrono ad una qualità della vita sempre peggiore e traguardano a pensioni sempre più povere”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PACIFICO
Marcello Pacifico riguardo al tema della riforma delle pensioni ricorda che tra il personale scolastico che andrà in pensione dal 1° settembre vi sono diverse persone che hanno utilizzato Quota 102 e Opzione donna. Come riporta Teleborsa, dal suo punto di vista si tratta “di un ricatto bello e buono, perché per uscire dal lavoro qualche anno prima si va a penalizzare una vita di contributi previdenziali regolarmente pagati. La verità è che alla fine allo Stato questa soluzione conviene, visto che qualche settimana fa ai sindacati è stata prospettata l’idea di introdurre ‘Opzione per tutti’, una sorta di ‘Opzione donna’ allargata e ritenuta come l’unica ‘flessibilità in uscita sostenibile per i conti pubblici’: una possibilità che, come sindacato, respingiamo senza se e senza ma”.
LA PROPOSTA DELL’ANIEF SULLA RIFORMA DLLE PENSIONI
Questo, evidenzia il Presidente dell’Anief, anche perché “si tratterebbe di una toppa peggiore del buco, visto che docenti e Ata nemmeno percepiscono l’indennità di rischio biologico, invece assegnata ad altri comparti come quello sanitario”.
Pacifico ribadisce quindi la proposta di riforma delle pensioni che miri a includere “tutte le professionalità scolastiche nella tabella nazionale delle categorie usuranti, considerando che proprio oggi la stampa specialistica ha scritto che in quella lista ci sono professionalità, come gli estetisti, che fino a prova contraria non comportano maggiori fatiche fisiche e mentali, ma soprattutto non detengono le percentuali riscontrate dai docenti per il burnout a cui sono sottoposti e che dopo i 60 anni si traduce in patologie più o meno gravi, anche tumorali”.
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